domenica, agosto 28, 2005

Per oggi Grazie Roma


E la prima giornata è andata. A dire il vero visto il risultato senza possibilità di repliche (3-0 contro la Reggina, a Reggio Calabria) oggi mi sento soddisfatta dell'arrivo del mister Spalletti. A dire il vero non ero proprio convinta e spero che questa piccola prima fiducia non venga delusa. Rimpiangevo un po' l'arrivo e l'immediata ripartenza del mister Prandelli, anche perchè rimane un qualcosa di veramente inconcluso. Ma fa niente. Alla fine forse i due si equivalgono, almeno per quanto riguarda la nostra bella panchina giallo-rossa. Sicuramente non sono di quella fascia che ancora rimpiange il gioco di Zeman dal quale non si è mai tratto un ragno dal buco. Che c'avranno da rimpiangersi. Io voglio vincere non giochicchiare. Vincere è il vero divertimento, non solo vedere un "bella partita". Se poi perdere significa vedere una bella partita divertente abbimo davvero punti di vista differenti.
Questa prima giornata mi sta bene, come mi è stata bene quella partita (diciamo amichevole) contro la Juventus. Un bel pareggio, l'ho vista in campo più consapevole e molto più convinta, più concentrata dello scorso anno, che è stato davvero catastrofico.
Beh è presto per cominciare a dare un vero e proprio giudizio in merito. Sta di fatto che adesso siamo in vetta e abbiamo battuto una squadra che lo scorso anno ci ha dato filo da torcere. (beh ci voleva poco!).
Restiamo in attesa di vedere che succederà, ci rimane solo da fare il tifo. Comunque complimenti Mister squadra proprio bella messa in campo ... ah Cassano a casa per favore, grazie!

sabato, agosto 27, 2005

Bentornati

Ormai cari amici vi do il bentornati dalle tanto sospirate vacanze che stanno volgendo alla fine. Ahimè e ahivoi! Piuttosto ... voi le avete fatte le vacanze ... io no! Tra trasloco di ufficio e rimetti tutto a posto mi son goduta poche ore di relax, fortuna che non sono a morir di caldo dentro Roma. Qui ai Castelli se non altro c'è una temperatura sempre leggermente inferiore, quanto basta per stare bene e sentirsi sempre in vacanza.
Allora cari amici, si ricomincia con il tran tran di tutti i giorni. E sia! Andiamo avanti aspettando adesso la prossima vacanza ... il Natale e le settimane bianche.

giovedì, agosto 11, 2005

E adesso ... spumante!


Ecco fatto, ci sono riuscita. Dopo aver imparato l'apertura in maniera impeccabile di una bottiglia di vino, ho finalmente superato la paura e l'ansia da stappo di bottiglia di spumante.
La prima bottiglia in verità è stata un Ferrari Gran Riserva (Lunelli), uno spumante metodo classico che è davvero la fine del mondo ed è davvero il vanto della spumantizzazione italiana.
Ieri invece è toccato al Bellenda rosè; questo in foto non è il rosè è il Bellenda San Fermo, un prosecco spumante brut di tutto rispetto. A tutti gli effetti il mio preferito ... beh rigorosamente dopo il Ferrari. Ah si produce a Vittorio Veneto (TV).
Insomma alla fine incitata dai colleghi sommelier già diplomati e mooooolto più esperti di me, mi sono fatta coraggio cercando di mettere da parte il timore che il tutto mi esplodesse fra le mani.
Ma la morbidezza del tappo del Ferrari mi ha convinto a provare; l'unico problema è che ancora alla seconda bottiglia faccio "il botto". Devo imparare ed essere del tutto capace a non far manco fiatare il tappo in uscita dal collo della bottiglia. Sarà una impresa perchè ho una mano piccola e con poca forza; o più semplicemente non ci metto la forza adatta e non muovo abbastanza bene il polso per far entrare prima quel po' di aria che basta a non fargli far "sbot". Beh il tempo passa, di occasioni ne avrò, prima o poi ci riuscirò.

lunedì, agosto 08, 2005

La mia esperienza con il Vino


(Questa anche l'ho inviata in lista ed è stata pubblicata sulla rivista on-line dell'Associazione Bombacarta (la rivista è Gasoline)).

Ho preso questo verso in prestito da un amico di mailing list...

"Le cantine domenicali
ti lacerano finemente
calano e colano sopra
sono forni, ma umidi"

e rifletto...

Con "le cantine domenicali" mi viene in mente che da un paio d'anni a questa parte vado in cerca di cantine (anche non "domenicali") e di occasioni ben certificate per saggiare e assaggiare VINO. Un strana deformazione professionale va formandosi dentro me per la quale non cerco più la "cantina qualunque" bensì seguo un percorso ben definito. Mi stanno insegnando: "per fare un buon vino si deve partire dalla terra fino ad arrivare alla bottiglia seguendo un dato procedimento"... o megliouna serie di dati procedimenti. Così come per un computer se l'input dell'uomo è sbagliato sarà sbagliato il risultato (output) che darà il computer, così anche il vino darà risultato errato se il procedimento in una qualsiasi delle sue fasi sarà errato. Che c'entra questo con la poesia di Federico? Niente. Era una sorta di associazione di idee, pensando che forse più che un sommelier specializzato forse rischio di diventare un'alcolista patentata. Impossibile, a quanto dicono (e ci credo...ci devo credere) un buon vino non fa mai male; mischiare i vini non ubriaca (sempre buoni vini); sono sani per lo spirito e per la mente; ce ne sono anche da meditazione, dal vino dolce come un miele (passito di Pantelleria ad esempio) al cognac, alla grappa, a un Recioto della Valpolicella, a un Amarone con tutto il suo corpo e la sua personalità, al Barolo, al Barbaresco e la Barbera. E poi le sigle: DOC, IGT, DOCG, VQPRD... le leggi (anche il vino ha la sua legge) e le legislazioni; le barrique e le tonneaut, le bottiglie scure e chiare, i vini bianco, rosato e rosso, se bevi vari vini cerca di andare in ordine crescente di gradazione alcolica (non ti farà male vedrai). E poi apri la bottiglia ma mi raccomando, taglia la capsula dal cerchio inferiore del collo della bottiglia, fai un incisione verticale dopo quella circolare e tira via la capsula (magari in un sol colpo e non con la mano...mai toccare con le mani); metti la capsula nel piattino (o nella tasca del grembiule ma non lasciarla in giro); l'etichetta rivolta al cliente (dopo averla degnamente presentata) rigorosamente mentre giri il coltellino intorno alla capsula non girare la bottiglia; gira la mano magistralmente con il coltellino. E poi pulisci il tappo (collo della bottiglia nella parte superiore che stava subito sotto la capsula...dove vedi il tappo insomma) una volta tolta la capsula con il torciol e dopo solo allora, inserisci il"verme" (o spirale) del cavatappi e fallo girare nel tappo (mi raccomando al centro del tappo, vedi di non fare danni) fino a lasciare all'esterno del tappo un pezzetto e mezzo circa del "verme"; poi chiudi parte del cavatappi verso il collo della bottiglia e poggia la prima tacca (leva) su di esso e tira su, poi passa alla seconda tacca e continua a tirar su ma prima di far uscire il tappo ruota un po' il polso in modo da far entrare un po' di aria per non far "rumori" all'estrazione definitiva del tappo; annusa il tappo, saprà dirti con alcuni parametri le condizioni del vino in quel momento in quella bottiglia. Ok ci siamo il vino va bene; poggia il cavatappi con ancora il tappo incastrato nel "verme" su un piattino, pulisci con uno spigolo del torciol l'interno della bottiglia (il collo dove c'era il tappo nel suo interno), poi con l'interno del torciol leva il tappo dal cavatappi (mai toccare con le mani) e con la coda dello stesso cavatappi spingiloverso il piattino. Apertura fatta...eccellente. Ormai l'ho imparata così bene che nessuno più mi batte e mi dice niente...ma non mi chiedete di aprirvi quella di spumante...potrei morire. E poi ancora lo spumante e la spumantizzazione metodo classico (non si può e non si deve dire champagne o metodo champenois, spetta solo ai francesi), i prosecchi e gli aromatici, i traminer e il semiaromatici, i vitigni e i monovitigni, il metodo Charmat, il remuage e la sboccatura, il millesimato e l'annata. Impara 32 DOCG (le DOC sono troppe) come sono composte e da dove vengono, quali sono le caratteristiche; gli abbinamenti al cibo, cucino e scelgo il vino o scelgo il vino e ci adeguo i piatti. Chi copre il sapore di chi; chi accompagna splendidamente chi. E un buon formaggio con che lo abbino? Ai matrimoni (e non solo) mai mettere il dolce con lo spumante secco (Brut) è una follia che si prosegue nei secoli. Bah. Con il dolce sembrerebbe di rigore e logico ci va lo spumante dolce. Il brut (o prosecchino a volte) lasciatevelo a inizio pasto è sicuramente più godibile. Assembla varie tipologie d'uva e vedi che viene fuori; chardonnay,trebbiano, cesanese e sangiovese, sagrantino e nebbiolo, montepulciano d'abruzzo colline teramane, vino nobile di montepulciano non sono la stessa cosa mi raccomando, rosso giovane rosso invecchiato, rosso rubino e rosso granato; giallo paglierino scarico, (non si dovrebbe dire) giallo dorato intenso, ambrato, riflessi verdini, porpora, granati e dorati. Profumo di confettura, di ribes di ananas di agrumi e fiori, ciclamino o rosa, mela golden uva passa sultanina, cuoio, torba, ferro, profumo etereo, nota fruttata, smaltata, erbacea, floreale, quel tanto di, quel poco di. Vino dolce, vino secco, aromatico muller thurgau, gewurztraminer (e che è?....chebuono ragazzi); e poi le etichette, i produttori, nomi su nomi, intero librone di infinite pagine con tutti i migliori produttori d'Italia (e dire che se ne produce parecchio), la vite meno grappoli ha e più il vino è buono; mosto, diraspapigiatrice (o pigiadiraspatrice), affino in acciaio, in barrique, fermentazione senza bucce o sulle bucce, sentori e profumi, antociani e colore, tannino, acido, fresco, secco, di corpo, robusto, intenso, fine, eccellente... Ma tutto questo e molto di più non è strano, non sono illazioni, stupidaggini del giorno, sono consigli forse, regole ben precise, scritte, alle quali non si adegua il vino, ma mi devo adeguare io. E suvvia si va avanti si studia e si apprende... anzi non si finisce mai di apprendere. La cosa bella di tutto questo comunque resta... la pratica.
Livia

domenica, agosto 07, 2005

Sapido

Da una parola semplice come sapido scritta in una poesia in Bombacarta ho realizzato una simpatica associazione di idee. Ecco cosa ne è venuto fuori soprattutto perchè è arrivata nel periodo centrale del corso di Sommelier che sto seguendo. Amo molto il vino...quello buono!!!

"Sapido"
Sapido nel nostro gergo è un vino che si origina generalmente in terre molto vicine al mare; "sapido" è l'essenza minerale; sapidità vuol dire che si sente il salato sulla lingua (ai lati della lingua); un vino bianco del sud, dorato intenso sarà sicuramente sapido, laddove le vigne risentono maggiormente della brezza marina e se ne impregnano fino a trasmettere tale caratteristica direttamente al vino. "Un vino sapido, salmastro, dai chiari sentori iodati". E' una caratteristica predominante dei vini bianchi e rossi, evoluti. Insomma un vino bianco, fruttato, agrumato addirittura, forse più floreale ma in predominanza ce l'ha proprio la caratteristica minerale, la sapidità. Possibile anche la sapidità in un vino nordico o più dell'entroterra ma gli verrà a mancare quel qualcosa che da la netta sensazione di degustare un vino in riva al mare. Potrà certo avere una sua mineralità perchè no, ma sarà una nota magari erbacea, dell'entroterra, delle colline poco assolate o delle alture montane. La Sardegna regala vini dorato intenso, complessi, consistenti e di corpo, dai caratteri iodati e minerali, tocchi d'agrume e tutto il sole e il mare dell'isola. Pur se isolani sono differenti dai Siciliani e un po' più di affinamento in bottiglia per i bianchi li fa essere anche un po' più robusti. Il vino bianco non sopporta di essere aperto parecchi anni dopo l'imbottigliamento, ma un bel vino ben realizzato può sopportare qualche anno in più se ben conservato. Alcuni hanno l'affinamento in barrique e prendono anche note vanigliate e di legno che li rendono ancora migliori. Parlo dei Vermentini del sud della Sardegna, blend di Chardonnay e vermentino passati in barrique, legnosi ma freschi e piacevoli al gusto. Ho visitato la cantina di Santadi due anni fa e mi sono portata a Roma delle belle bottiglie di vino bianco e rosso; il premio per il vino migliore al mio gusto se lo prende il Villa di Chiesa delle Valli di Porto Pino. Profumato, consistente intenso e equilibrato. Insomma tutti i caratteri migliori di un vino bianco dopo ben 4 anni di pausa in bottiglia.
Livia

A mia nonna

Non so se può interessare a qualcuno, interessa a me comunque. Ben 13 anni fa perdevo la persona più importante della mia vita, colei che in tutto e per tutto per 20 anni mi ha fatto da madre e da padre. Proprio il 7 agosto, in una mattina calda e assolata.
Per lei ho scritto molte pagine, su di lei soprattutto e sul nostro instancabile rapporto nipote-nonna. Così ho deciso di raccontare la sua storia in qualche riga ma per cominciare un ricordo del Natale (si lo so è quasi ferragosto sembrerebbe azzeccarci poco...va beh!) che da quando è scomparsa non è più lo stesso.

Il Natale di tanti anni fa (testo pubblicato nella mailing list dell'Associazione Culturale Bombacarta)

Il Natale per me è un vuoto, è l'assenza dell'affetto di mia nonna, è la fine della grande tavolata di risate e chiasso, di giochi e colori, di pacchi da scartare, di baci e abbracci, di "grazie" detti davvero.Il Natale era con lei il menù del cenone del 24 scelto insieme più secondo i miei gusti di bambina che quelli degli ospiti; era il fritto di verdure alla romana cominciato a prepare da molto prima, con la pastella collosa e saporita di farina e acqua. Era Natale quei profumi e quel ticchettio di piatti e bicchieri; - "Apparecchio io" - e mi divertivo a imbandire la tavola e a colorarla il più possibile: tovaglia e tovaglioli rossi, bicchieri e piatti con il bordo rosso, posate con il manico rosso. Pe me era "LA FESTA" con la F maiuscola. Era l'albero di Natale preparato l'8 dicembre con luci e nastri colorati (gialli e rossi - noi romani e romanisti fin nel midollo) sotto il quale poi mucchi di pacchi e pacchettini avrebbero invaso l'ingresso. Eravamo davvero in tanti.Era quel campanello suonato da zio Chico che per farmi contenta e darmi l'idea del gioco, lasciava i regali fuori dalla porta, suonava e riscendeva di corsa con l'ascensore facendo finta che fosse stato Babbo Natale e presentandosi poco dopo fingeva ancora di essere arrivato solo allora e di non averlo incrociato per pochi secondi. E io ci stavo al gioco perchè mi divertiva e perchè a zio sono molto legata e quando poi lo vedevo sulla porta era un attimo abbracciarlo forte.Natale era nonna, era il suo sorriso e la sua dolcezza, era la sua pazienza e il suo non stancarsi mai, era il suo amore nel fare le cose per gli altri e il suo amore per gli altri (amici e parenti, vicini di casa e conoscenti) senza mai sentirlo come un peso. Erano le sue mani grandi ed esperte, sicure e instancabili di massaia vera, di matrona di famiglia, di donna che ha vissuto e sofferto molto, imparato e insegnato, e, comunque fosse, sorriso sempre alla vita, al mondo, al prossimo, a me. Ma poi se n'è andata in un torrido giorno di agosto e da allora il Natale non è più la stessa attesa, la stessa Festa, non è più quel tavolo enorme, imbandito e colorato attorno al quale le piaceva avere parenti e amici, non è quel soggiorno perchè non vivo più in quella casa, non è più quell'ingresso con l'albero e il presepe - "Nonna mi dai il bicarbonato che faccio la neve" -.Non è più niente, non è più la gioia di bambina dalla sua scomparsa, è la consapevolezza che il tempo passa, che non era eterna e che non mi avrebbe accompagnata tanto a lungo (mi mancherà di più il giorno del mio matrimonio). Si va a casa di zio Chico il 24 e il 25 lo passo sempre dai genitori di Lorenzo ormai (e sarà così sempre); ma la tavola da zio, pur accogliendoci tutti, è più piccola e l'animo non è lo stesso (e neanche il menù che non scelgo più io!); sono passati 9 anni ma il vuoto c'è sempre, lo stesso dal primo Natale senza di lei e tutte le volte zio (che è suo fratello) non manca di ricordarla in un suo gesto, in uno dei suoi sorrisi, e cala per un po' la tristezza sul bianco Natale. Manca a tutti la sua allegria e la sua risata....
Livia

venerdì, agosto 05, 2005

Ecco un grande rimpianto



Leggevo il post nel blog di un amico di avventura bloggista in cui parlava del nuovo acquisto dell'Inter. Ed ecco che mi viene in mente cosa? Un rimpianto che purtroppo per me è già volato via dalla squadra e potrebbe proprio approdare in quel di Milano. Non posso resistere a vedere quello che ho considerato il mio vero idolo (dopo il Pupone ovvio) passare a dei colori che assolutamente non gli possono donare. Ma purtroppo il danno è fatto ed è anche un danno grosso. E per me è un solo e unico grande rimpianto. Buon viaggio Samuel, averti contro sarà la più grande tortura della mia vita di tifosa.

Bombacarta

http://www.bombacarta.it

Che cos'è Bombacarta? Ecco qui la spiegazione direttamente dal sito...poi magari vi dico cosa è per me Bombacarta.

BombaCarta è un’ associazione culturale e una scuola di espressione creativa, ma al di là di queste definizioni più formali essa è:
-una scuola perché al suo interno si insegna e si apprende qualcosa anche se non ci sono sistemi di valutazione né strutture assimilabili a una classe.
- è un movimento dotato di un "Manifesto di impegno culturale e creativo", di dichiarazioni comuni, di idee fondamentali, ma nello stesso tempo le sensibilità personali sono molto valorizzate e non ci sono barriere o steccati.
- è un gruppo spontaneo di amici perché così è nata, ma ormai possiede una storia istituzionale, attività, idee e progetti e bombers impegnati nell'organizzazione delle attività al di là dello spontaneismo iniziale.
- è una comunità virtuale e questa definizione le sta a pennello, ma è anche una comunità reale che prevede una serie di incontri periodici. Chi si coinvolge in BC e' spinto sostanzialmente dalla volonta' di permettere a una parte di se stesso di esprimersi. Concretamente questo comporta l'entrare nell'ottica dell'esercizio e della sperimentazione per tentativi ed errori. "Artisti" si nasce e si diventa in una dialettica mai esauribile tra arte e vita, tra tecnica e esperienza, tra abilita' e sensibilita'. Dunque Bombacarta non è una "mostra" di opere e talenti, ma una officina in cui si lavora e che intende promuovere la creatività, il confronto e la crescita nel campo dell'espressione artistica.

E adesso vi dico cosa è per me:
oltre ad essere tutto quello che c'è scritto sopra, per me è una valvola di sfogo, è una opportunità, è il mio principale hobby, è una soddisfazione, è la possibilità di conoscere persone, di apprendere, di stare con le persone dei gruppi di lavoro e studio. E' qualcosa di molto importante che mi aiuta e mi permette di esprimere ciò che ho dentro e penso, di scrivere e di leggere.
Fateci un salto e Bombacarta vi accoglierà con le sue attività.

Foto???


Vediamo se riesco a farvi vedere una bella foto della Sardegna terra che amo moltissimo e dove vorrei tornare ad ogni momento di sconforto per scollegare la mente da sto mondo che corre e respirare forte la vita, farla entrare nei polmoni e non sentire il peso di tutto ciò che mi circonda.

Ci provo da oggi!

Livia

Non ho la più pallida idea di come funzioni un blog ma che dire ci provo, e ci provo da sola per ora
Vediamo che riesco a combinare e vediamo se riesco a condividere con qualcuno pensieri e parole.
A presto!