Questo blog è a mio uso e consumo. Se qualcuno vorrà condividerlo con me è il benvenuto. Scoprirà le mie passioni.
lunedì, gennaio 29, 2007
Ma non è delicatissimo? E' elegante, nostalgico, altero, ricco pur non avendo grandissimi particolari. Questo, nelle dimensioni 80x60 sarà presto, (spero) su una parete della mia camera perchè ho intenzione di acquistare la stampa. Non so ancora come la incornicerò. Chiede qualcosa che la illumini, mi da l'idea che voglia qualcosa di rosato più che di grigio. Le affusolate gambre accavallate della donna sono, secondo me il particolare più sottile ma più ben fatto, quello che cattura di più l'attenzione, forse perchè spigoloso, o forse invece proprio perchè ondulante e tondeggiante. E' una realizzazione che da a chi la guarda una propria sensazione, sicuramente diversa da un altro. Può sembrare l'ultima tazza di the prima di lasciare quella casa o può sembrare l'esatto inverso, la prima tazza calda di the nella nuova casa. Quel telo bianco sulla poltrona è di una finezza e di una perfezione senza pari. La sensibilità nel raffigurare la donna di tre quarti fa vedere la delicatezza della mano di Vettriano e, come mi ha fatto notare il venditore,e il suo infinito rispetto per la donna e per le sue forse. Riesce a esprimerla, riesce a trasmettere a chi la osserva un pensiero e una sensazione, quasi una emozione. E' un quadro di massima tranquillità e rilassatezza, ma anche un po' triste e nostalgico, ma dipende, ripeto, dallo stato d'animo di chi lo osserva. Comunqe splendido anche questo. Sembra una foto e forse in un certo senso lo è. E' lo sguardo di Vettriano su un attimo che può essere breve e lungo al tempo stesso.
domenica, gennaio 28, 2007
Siete curiosi?
L'autrice si chiama Brunella Schisa, ma a dire il vero ho qualche difficoltà nella lettura, ho delle perplessità che però vi farò sapere a fine lettura. Una cosa ve la anticipo: in realtà il libro sembra non partire mai...
Vedremo se mi deluderà o no. Non sempre si possono fare giusti acquisti a scatola chiusa.
A volte certo si possono sbagliare anche a scatola aperta. Vedrò.
giovedì, gennaio 25, 2007
Jack Vettriano
Poi ho scoperto che l'ultimo libro di Carofiglio, che mi aveva proprio attirato per la copertina, ha sempre una raffigurazione di Vettriano.
Allora se ho comprato il libro per la sua copertina vuol proprio dire che le opere di Vettriano mi entrano nel sangue. Vi mostro opera e copertina.
Non sembra una fotografia?
Mi chiedo come faccia. Vorrei avere anche solo la metà della mano che ha lui per raffigurare quello che vede e quello che prova in questo modo così preciso e perfetto.
La trasmissione di quello che ha dentro o di quello che vede e che prova, a mio avviso, è talmente preciso da essere la realtà.
La realtà è nelle sue opere chiara e limpida. Le sue sensazioni sono espresse in maniera molto chiara.
Ha realizzato anche opere molto intriganti, sensuali, erotiche. Ma con una delicatezza nella loro essenza, nonostante a volte il soggetto sembri spinto un po' oltre. Eppure sono godibili, sono opere che si lasciano guardare e anche possedere, immagini semplici alla fine ma estremamente comunicative. Queste ve le lascio a qualche altro post e magari ci metto la mia ispirazione in merito, cioè quello che provo quando le osservo. Per ora ve l'ho fatto conoscere se non lo conoscevate. Ammirare se già ne sapevate qualcosa.
martedì, gennaio 23, 2007
Dimmi com'è il mare
SE...
Se...se chiudo gli occhi e penso a te
è come volare sugli alberi
sapendo che più in alto andrò
più bello sarà raggiungerti.
Raggiungerti nei sogni miei
e anche in tutti quelli tuoi,
dove potrò rincorrerti
in ampi spazi senza pericoli.
Perdonami mio amore ma la storia è semplice,
basterebbe improvvisare un ritorno all’origine.
Le gioie del mio cuore si infrangono così,
come onde di dolore spesso poi mi risucchiano.
Ma se...se canto oggi c’è un perché
perché vorrei che fossi qui,
che fossi quì accanto a me
in questa notte così piccola.
La notte è stretta su di me
che non mi basta mai perché
vorrei nutrirmi sempre più
dei tuoi sussurri come musica.
Perdonami mio amore ma la storia è semplice,
basterebbe improvvisare un ritorno all’origine.
Le gioie del mio cuore si infrangono così,
come onde di dolore spesso poi mi risucchiano.
Se...se tutto il giorno penso a te
e non è il tempo a dire che
fa sempre male stare qui
a scrivere spiegandomi,
spiegandomi perché c’è in me
una condanna a forma di spirale a vortice che fa
della mia vita sempre e solo un “se”.
lunedì, gennaio 22, 2007
Il Faro
E' un simbolo per la città, dagli altri colli lo si vede e ci si orienta "là è il Gianicolo", alle spalle ci trovi il Cupolone di San Pietro.
Gianicolo è ancora una bella macchia di verde, giardini sereni, non troppo curati ahimè. Poco controllo.
Ma che ci vogliamo fare.
Lui, il faro è là, da sempre che controlla eventi e mutamenti di questa grande città. Ma di lui non trovo storia, mi dovrò impegnare a cercare notizie...mi aiutate???
Vi presento i nuovi due
Il primo qui accanto è "Gli amanti" di Susana Fortes Ed. Neri Pozza. Romanzo finalista del Premio Planeta 2003 he ha segnalato all'attenzione della critica e del pubblico spagnoli il talento di Susana Fortes. Staremo a vedere. Mi intrigava la copertina (come ormai mi succede per la maggior parte dei miei acquisti librari, prima la copertina poi l'interno e via il libro generalmente viene a casa con me) e così letti alcuni spunti me lo son portato via.
Il secondo lo cercavo.
E' il libro di lettere e poesie tra la poetessa Sibilla Aleramo e l'amato poeta Dino Campana.
Ho comprato anche "Una donna" sempre della Aleramo, li leggerò, spero di poterci ritrovare l'atmosfera del film di Michele Placido, ma credo di si, in fondo le letture erano proprio di quelle lettere e di quelle poesie.
sabato, gennaio 20, 2007
Vi informo che...
Ma non ho intenzione di parlarne adesso, se ne riparlerà quando lo avrò terminato tutto e non credo che ci metterò molto a finirlo, perchè è piuttosto piccolino. Ci vuole solo di riuscire a ritagliare un po' di tempo per leggere con calma e attenzione.
venerdì, gennaio 19, 2007
Finito anche questo
Finito già da qualche giorno. Mi è piaciuto moltissimo. E' un libro semplice forse anche banale, ma non in modo negativo. Alla fin fine è banale la storia, perchè è una romantica storia d'amore, ma è il contesto che la complica e ne cambia l'aspetto. E' ambientato nel 1943, a Sulmona, quando la Wermarcht occupa il nostro territorio e i soldati tedeschi la fanno un po' da padroni ovunque. In realtà ha inizio ai giorni nostri quando un'allegra ottantenne rischia di morire perchè si spinge troppo in là verso la montagna per cercare gli òrapi, verdura che mangiava in tempo di guerra. Da qui comincia il racconto della sua vita da quando giovane sposa era arrivata dai monti alla cittadina di Sulmona. Ha due figli ma il marito (più adulto di lei) muore a causa di una grave malattia. Ada (questo il nome della protagonista) rimane sola, senza lavoro aiutata a malapena dai due suoceri. Ma imperversa la guerra e la vita si complica terribilmente. Ada è costretta a inventarsi lavoro e vita. Ma la vedovanza la fa "sopravvivere" e non vivere, sente profondamente l'assenza dell'amore del proprio marito. Ma sarà proprio un giovane soldato austriaco ad aprire una breccia nel suo cuore e il loro sarà un amore che vivrà grandi ostacoli per vivere tutta una vita. Questo amore è ovviamente malvisto dalla gente che la conosce a Sulmona e finisce sulla bocca di tutti come la "puttana del tedesco", soprattutto perchè aveva ormai simpatizzato con il nemico. L'atteggiamento dei compaesani le porterà innumerevoli difficoltà, come se la guerra, i bombardamenti e l'arrivo delle più feroci SS, non bastasse. Ma l'amore vincerà, finita la guerra l'austriaco tornerà in abiti civili per sposarla. E via una bella vita fatta di soddisfazioni, figli e nipoti. Un certo lieto fine dietro a tutto, per questo amo definirlo un libro semplice, che si perde forse un po' nel finale che sembra forzato e ovviamente rapido, non ha gli stessi tempi lenti e cadenzati del periodo fulcro del libro. Il bello in assoluto quindi è il centro del libro, gli eventi laceranti della guerra, i bombardamenti, i feriti e i morti. Quelle immagini che alla fine siamo abituati a vedere in televisione in tutti i documentari. In mezzo a tutto c'è la vita di una donna che alla fine si scopre molto più forte di quanto non pensasse e che deve e può fare affidamento solo sulle proprie forze.
E' qui il libro, tutta la sua forza e l'interesse che suscita. Può piacere a chi, come me, è amante delle storia della seconda guerra mondiale, in fondo la storia più vicina, quella che forse ho potuto vivere nei racconti di mia nonna.
La cosa particolare è che è scritto da un uomo che riesce a far trasparire tutta la sensibilità femminile, di una donna in difficoltà, con pregi e difetti, con pensieri e desideri, amori e odi. Davvero una bella impresa per Giovanni d'Alessandro.
mercoledì, gennaio 17, 2007
I giorni dell'abbandono
Un film difficile, reale, cose che capitano praticamente ogni giorno, quindi forse perchè no, banale a dire il vero, ma considerato che è ben recitato e che ha una vena di dolcezza nel fondo da non perdere per chi ha l'animo sensibile, è un film che resta comunque piacevole da vedere. La colonna sonora è degna di merito, l'interpetazione di Bregovic lo è, perchè la riservatezza del suo personaggio è perfettamete resa, nonchè la sua dolcezza e nel finale l'amore per Olga si legge nei suoi gesti e nei suoi sguardi. Un uomo affascinante a dire il vero. Ha composto una musica perfetta che veste meravigliosamente ogni scena. Nulla da dire. A me il film è piaciuto molto.
Il film è tratto dal libro di Elena Ferrante "I giorni dell'abbandono" per l'appunto. Edizione e/o. La prima edizione costa un po' di più circa 14,00 euro. Dal sito della Feltrinelli sembra che la e/o stia per far uscire una seconda edizione ad un prezzo inferiore, intorno ai 9,50 euro.
Aspetto pazientemente per spendere un po' meno che arrivi la ristampa. Ne sto comprando talmente tanti di libri che posso aspettare un pochino di più.
domenica, gennaio 14, 2007
Un viaggio chiamato amore
[Villa La Topaia, Borgo S. Lorenzo 9 agosto 1916]
Dino, provo qualcosa di tanto forte che non so come lo reggerò... Sei tu che mi squassi cosi? Che cosa m'hai messo nelle vene? E sempre ho negli occhi quella strada col sole, il primo mattino, le fonti dove m'hai fatto bere, la terra che si mescolava ai nostri baci, quell'abbraccio profondo della luce. Dove sei, che mi sento cosi strappata a me stessa? Mi chiami, o m'hai dimenticata? Oh ti voglio ti voglio, non ti lascerò ad altri, non sarò d'altri, per la mia vita ti voglio e per la mia morte, Dino, dopo questo non si può esser più nulla, oh, sapere che anche tu lo senti, che rantoli anche tu cosi...
Mi aspetti, dimmi, mi aspetti, vero? Saremo soli sulla terra. Bruceremo. Hai visto che siamo vergini, che qualcosa non ci fu mai strappato? Per noi. Più a fondo, più a fondo, ci mescoleremo allo spazio, prendimi, tiemmi, io non ti lascio, bruceremo.
Dimmi che mi manca cosi il respiro perché mi chiami, perché mi vuoi...
La storia è vera, Dino Campana e Sibilla Aleramo si incontrarono e si amarono davvero, ma lui era folle, una follia data dal genio che all'improvviso è conscio di essere incompreso, allontanato. Sibilla lo amò con la forza della disperazione, nonostante litigi furibondi senza capo nè coda in cui lui la picchiava. Tentò più volte di allontanarlo ma ad ogni ritorno di Campana, l'Aleramo cedeva. Questa è la "loro" poesia che Campana scrisse nel loro unico viaggio al mare dedicandola ovviamente a lei:
In un momento
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
P.S. E così dimenticammo le rose.
(per Sibilla Aleramo)
Stefano Accorsi impersona Dino Campana, bravo, riesce a mostrare la follia e lo struggersi dell'animo del poeta, ma a volte forse è un po' statico, gli sguardi sembrano sempre gli stessi nonostante la differenza dei casi. Ma il tutto alla fine è incentrato su lei, sulla Morante, che ha una forza recitativa non indifferente tanto appunto da catalizzare la scena e l'evento su di lei e sul suo personaggio.
La regia è di Michle Placido, su questo non so pronunciarmi, il film lo fa la storia reale e vera, lo fanno gli eventi accaduti realmente. Essendo tutto accaduto durante la prima guerra mondiale (fra il 1916 e il 1918) i colori sono sbiaditi, come per dare le tinte delle foto di quegli anni che magari ritroviamo in qualche cassettone di famiglia. Una tinta un po' seppia per non far sembrare il tutto fuori tempo. Alessandro Haber e il suo perfetto cameo chiudono il circolo di un film ben fatto, forse di nicchia, ma riuscito.
sabato, gennaio 13, 2007
Bruce Willis ed io...
giovedì, gennaio 11, 2007
Luca Zingaretti
Ecco un uomo per il quale io potrei fare una follia. Non tanto il personaggio Montalbano, che ha comunque un fascino fuori tempo, quanto proprio l'uomo Luca Zingaretti. Sexy (lasciatemelo dire) affascinante forse più del suo personaggio principe, maturo sia per età che per atteggiamento, quel tipo d'uomo dal quale ci si sente attratte perchè ci si sente sicure, esperto, sicuramente rude ma secondo me terribilmente romantico. Lo si inquadra maggiormente però attraverso i suoi personaggi che sono sempre carichi di sentimento, e della sua eccezionale bravura di interpetazione. Ma lui come sarà dal vero? unchiuso, un timido o come? L'opposto magari, estroverso e con la battua pronta. Uhm, non credo se è un tradizionale scorpione. dovrebbe invece essere un taciturno e un tenebroso (e che bel tenebroso). Comunque sia per il mio immaginario è il massimo. Ha il fascino latino e italiano, quel tipo di uomo che mi giro per strada a guardare. Eh si capita qualche volta di farlo, perchè no. e per Luca Zingaretti io ci perderei proprio la testa. Non ci posso fare nulla, incarna in pieno tutto ciò che immagino in un uomo maturo. Anche io comincio ad avere una certa età per la quale il ragazzino non suscita alcun interesse.
mercoledì, gennaio 10, 2007
Torniamo un attimo indietro
Si tratta di un libro così attuale in immagini, scenografia, fotografia che riescono a tornare. Ma quello che torna facilmente è l'atmosfera, le sensazioni del protagonista, il suo vissuto. Mi accompagna come se fosse stato il mio vissuto. Idee, sentimenti, emozioni, ciò che ha provato il protagonista, mi ritrovo a volte a riprovarle. Non ricordo certo le parole esatte, ma ritorna il concetto, l'accaduto, l'attimo, le sue idee, le cose che gli accadono, sensazioni ed emozioni per l'appunto. e mi sento pervasa, mi ci sento dentro. E' strano non mi è mai capitato, forse con i Montalbano di Camilleri, ma lì c'è anche una suggestione data dagli episodi televisivi, dove un grande Zingaretti da il volto ad un altro grande personaggio. Ma non è la stessa cosa, qui è diverso, perchè non ci sono immagini reali tratte da un film o telefilm. Ci sono immagini della fantasia che ha seguito riga per riga il racconto. Ma si rivela una scrittura così semplice ma incisiva da rimanerti dentro anche se non te ne accorgi e il più delle volte non ci pensi. ritorna e riaffiora, facendoti pensare a lui come a un qualcuno che ti vive accanto. Santi il suo profumo, senti la sua presenza. Carofiglio è così bravo che riesce a farti sembrare tutto vero, poco intrigato a dire il vero ma forse semplicemente più reale e vicino.
Amo molto ad esempio la scrittura di Lucarelli, un grande certo, ma così nel mio profondo a dire il vero lui non c'è arrivato. Amo moltissimo i suoi libri e la sua scrittura, ma mai mi sarei immaginata che uno scrittore riuscisse a toccare così le mie corde. E Carofiglio con questo libro ci è riuscito. E la voglia di cominciarne a legger un altro è grande. Anche se credo che l'effetto di questo primo libro sia difficile da verificare negli altri. Ma mi sento pronta ad essere smentita.
domenica, gennaio 07, 2007
Le mie bambine
Beh una delle mie bambine ve l'ho già fatta vedere in un altro post un po' di tempo fa. Oggi vi presento Aruen, la mia boxerina tanto malatina purtroppo. Ma tanto buona. Certo non va affato d'accordo con Tosca (il corso nero) ma in giardini separati (come effettivamene vivono, abbiamo diviso un giardino in due solo per loro) sono buonissime, non si "filano" proprio. E menomale, hanno tentato già di sbranarsi più volte. E pazienza.
Eccola comunque piccola di casa. Soffre di allergie topiche (di pelle, praticamente è allergica a tutto anche alla maggior parte del cibo di questo mondo) e purtroppo cosa più grave ma per fortuna molto sporadica soffre di attacchi epilettici, che però curiamo omeopaticamente e non con i barbiturici. Sembra stare meglio ma sta arrivando una sorta di "prima primavera" che la sta già mettendo a dura prova. Portiamo pazienza e proseguiamo. Se non altro la medicina omeopatica le ha salvato la vita, ormai con la medicina tradizionale non c'era più niente da fare, mi avevano proposto di sopprimerla e c'ero quasi ad aver preso la decisone. Povero amore, ma lei è tosta anche di carattere e per fortuna è ancora qui.
A proposito di Ascanio Celestini
Trovo quindi molto intressante il lavoro svolto da Celestini, proprio perchè subisco molto il fascino delle storie relative a quel periodo. Mi piace seguire i documentari, leggere testi e romanzi con queste ambientazioni.
Comunque, Ascanio Celestini sarà a Roma dal 6 marzo al 1° aprile al Teatro Ambra Jovinelli con quattro spettacoli, tra cui proprio Storie di uno scemo di guerra, insieme a fabbrica, La pecora nera e Appunti per un film sulla lotta di classe. Non avendo mai potuto seguire un suo spettacolo da vicino (mi piacerebbe molto anche Radio Clandestina sulla bomba di Via rasella e l'eccidio delle Fosse Ardeatine) credo che cercherò in ogni modo di vedere almeno Storie di uno scemo di guerra per rendere così più completa la mia conoscenza in merito dopo la lettura, tanto apprezzata, del libro. E poi mi è capitato di conoscerlo. A quanto pare frequentiamo lo stesso supermercato e me lo sono trovato vicino in cassa. Così l'ho fermato. E' una persona timida, forse un po' impacciata e si capisce che forse "la celebrità" non è il suo forte, ma è molto educato e gentile e mi ha invitato appunto a seguirlo in questa "turnè" tutta romana. E così farò. O almeno cercherò di fare visti gli impegni di lavoro.
Questo l'indirizzo per ulteriori imformazioni in merito: www.ambrajovinelli.com
sabato, gennaio 06, 2007
Finito il primo libro dei miei propositi
E' il 6 gennaio 2007, buona Befana a tutti. Quasi il 7 ormai...
Dal 4 gennaio al 6 gennaio sono riuscita a finire in maniera più che convinta
"Colazione da Tiffany" di Truman Capote.
Bello ma trovo il film estremamente più affascinante e romantico. Non per niente la regia è di Blake Edwards e ci sono attori davvero di tutto rilievo e rispetto, Audrey Hepburn e George Peppard.
Libro e film di base sono estremamente tristi e malinconici, ma l'interpretazione soprattutto della Hepburn lo rende un film indimenticabile e prezioso per tutta la cinematogrfia mondiale. Mi sento di chiedere "chi non lo conosce?" "chi non lo ha visto almeno una volta?" "Chi non lo ha amato anche solo un attimo?"
Comunque il libro è bello, scorrevole, una scrittura senza nulla di particolare, forse latrettanto romatica, ma semplice, qualche frase ad effetto, ma niente di più. Ripeto trovo il film sicuramente molto più esauriente. Una cosa è da notare, il libro è ambientato in tempo di guerra, il film verso la fine degli anni '50. Una differenza importante perchè cambia molte cose nello scenario dell'uno rispetto all'altro. Ma a me il perchè è sconosciuto, bisognerebbe chiderelo al regista (cosa che non è certo più possibile), ma si può tentare di documentarsi.
Ah il prossimo? Ascanio Celestini adesso con questo nuovo libro non è nelle mie corde. E allora che fare? Daphne du Maurier sembra in pole position a c'è una new entry e cioè: "La puttana del tedesco". Un libro di Giovanni d'Alessandro ambientato in Abruzzo durante la seconda guerra mondiale. L'interno copertina racconta brevemente di una vedova che incotra un giovane tedesco e se ne innamora ma non è ben vista dalla gente del suo paese, e viene definita appunto "la puttana del tedesco". Quello che mi ha colpito è l'ambientazione, amo i libri con storie in tempo di guerra, soprattutto se la seconda.
Ad esempio un altro libro molto bello che ho letto da poco è "un'estate a Cabrera" (Pedro Zarraluki) ambientato però in Spagna durante la guerra civile, siamo negli anni '40, a Cabrera appunto ed è la storia di una persone esiliate e ricercate. La loro rinascita rispetto al mondo che le ha confinate, i loro nuovi rapporti con la gente del posto.
Questa la descrizione presa dalla scheda Feltrinelli:
"È l'estate del 1940 a Cabrera, una piccola isola spagnola nei pressi di Maiorca, e la guerra civile appena finita non sembra aver turbato più di tanto la vita sull'isola. In realtà tutti, a Cabrera, sono dei prigionieri, chi nell'anima, chi nel corpo. C'è chi vive un esilio doloroso, chi sfugge a un nemico, chi vive una vita davvero complicata e chi, come Benito Buroy, deve compiere un terribile atto per riscattarsi: uccidere Markus Vogel, l'eremita tedesco, una spia marchiata dall'accusa di fare il doppio gioco. Romanzo sull'esilio e, insieme, ode all'energia con la quale si pone riparo ai misfatti della storia."
Beh c'è da leggere anche per voi e questo libro lo consiglio proprio. E' realizzato in modo particolare, storie che si intrecciano nelle pagine e c'è la possibilità all'inizio di perdersi fra i tanti e pittoreschi personaggi ma poi questi stessi si ritrovano tutti sull'isola e a quel punto la scrittura è più chiara, amalgamata, sicura.
Buona lettura se vi va di seguirmi.
giovedì, gennaio 04, 2007
E ora il prossimo
Per quanto riguarda Ascanio Celestini (di cui ho intenzione di parlare in seguito in un post tutto per lui) il testo mi è risultato un po' ostico, forse per il linguaggio, forse proprio per il tema trattato. Ma ne ho lette poche pagine. Non riesco davvero ad andare avanti a quelle che ho già intrapreso. Eppure il suo Storie di uno scemo di guerra mi è piaciuto tanto. Ma di questo parlerò più avanti.
Ci sarebbe poi la forte curiosità di leggere questo libro: L'alibi di Daphne du
Maurier. Si tratta di un libro, edito come si nota da Sellerio, diviso in due racconti. Ma la ntura precisa non la so ancora ben distinguere. Si tratta di gialli?: La du Maurier è famosa (almeno per me) per aver scrito il libro "Rebecca la prima moglie" portato alla ribalta dal grande Alfred Hitchcock e magistralmente interpretato dal grande Sir Lorence Olivier e una splendida e giovanissima Joan Fontaine (sorella della più famosa Olivia de Havilland - Via col vento, Piano piano dolce Carlotta, Airport 77 ecc.). La Fontaine (alias Joan de Beauvoir de Havilland) è famosa per gli amanti del giallo nel film sempre di Hitchcock il Sospetto con un giovane e affascinante Cary Grant.
Questa è Olivia de Havilland. Una delle mie attrici preferite per i vecchi film americani.
Data e luogo di nascita: 1 Luglio 1916, Tokyo, Giappone
E questa è Joan Fontaine sempre giovanissima e bellissima. Amo molto la sua recitazione, soprattutto per i film in bianco e nero.
Data e luogo di nascita: 22 Ottobre 1917, Tokyo, Giappone
Si somigliano moltissimo anche nella recitazione. In molte delle loro espressioni si vede la familiarità.
Ecco si imparano tante cose. Proprio non sapevo i luoghi e le date di nascita. Incredibili che belle Giapponesi eh......:-)
Comunque mi rimane il dubbio su come proseguire le mie letture. Tra gli altri c'è anche Rebecca la prima moglie, ma il film lo so assolutamente a memoria, in tutte le sue battute, scene ed eventi. Non so se riuscirei davvero a leggerlo. Dovrebbe trattarsi di una scrittura davvero travolgente da parte della du Maurier. Beh staremo a vedere che ne esce fuori.
L'amante di Marguerite Duras
Particolare soprattutto nella scrittura, molto ritmata direi. Dialoghi riportati da una voce narrante (che è quella della protagonista) in una succesione rapida tra parole e spiegazione. Una storia difficile, di una vita molto dolorosa, in una famiglia dove i sentimenti non vengono fuori se non nella maniera più morbosa e sbagliata, una vita dove non si vivono mai nel modo più adatto le esperienze e i sentimenti. La protagonista è una quindicenne, è uno spirito libero, lasciato libero, forse solo in apparenza. E' la storia di un amore lacerante e profondo, vissuto forse più dall'amante cinese che sa amaramente di non poterla avere accanto per tutta la vita. E' l'amante di Cholen (così è definito nel libro, non ha un nome) colui che tra i due vive più profondamente il sentimento e la passione che lo travolge fino al pianto alla disperazione. Sente di non poter vivere senza l'oggetto di quella passione ma sa anche che si tratta di un amore impossibile e osteggiato e che lei stessa desidererà la fine di tutto ad un certo punto. Rassegnato la lascerà andare. Ognuno costruirà la propria vita, ma lui l'amerà per sempre nonostante tutto.
martedì, gennaio 02, 2007
2 Gennaio 2007
Ci siamo appena lasciati alle spalle uno strano 2006, o forse un anno come tanti altri. Ma di cose ne sono avvenute (come sempre poi) dal primo all'ultimo giorno.
E comunque a parte questo, benvenuti nel 2007, che sia foriero di belle novità per tutti, di lavoro, di serenità e di tutto ciò che desideriamo di più bello.
AUGURI di BUON ANNO.
Evviva il 2007