lunedì, gennaio 29, 2007

Jack Vettriano
Ma non è delicatissimo? E' elegante, nostalgico, altero, ricco pur non avendo grandissimi particolari. Questo, nelle dimensioni 80x60 sarà presto, (spero) su una parete della mia camera perchè ho intenzione di acquistare la stampa. Non so ancora come la incornicerò. Chiede qualcosa che la illumini, mi da l'idea che voglia qualcosa di rosato più che di grigio. Le affusolate gambre accavallate della donna sono, secondo me il particolare più sottile ma più ben fatto, quello che cattura di più l'attenzione, forse perchè spigoloso, o forse invece proprio perchè ondulante e tondeggiante. E' una realizzazione che da a chi la guarda una propria sensazione, sicuramente diversa da un altro. Può sembrare l'ultima tazza di the prima di lasciare quella casa o può sembrare l'esatto inverso, la prima tazza calda di the nella nuova casa. Quel telo bianco sulla poltrona è di una finezza e di una perfezione senza pari. La sensibilità nel raffigurare la donna di tre quarti fa vedere la delicatezza della mano di Vettriano e, come mi ha fatto notare il venditore,e il suo infinito rispetto per la donna e per le sue forse. Riesce a esprimerla, riesce a trasmettere a chi la osserva un pensiero e una sensazione, quasi una emozione. E' un quadro di massima tranquillità e rilassatezza, ma anche un po' triste e nostalgico, ma dipende, ripeto, dallo stato d'animo di chi lo osserva. Comunqe splendido anche questo. Sembra una foto e forse in un certo senso lo è. E' lo sguardo di Vettriano su un attimo che può essere breve e lungo al tempo stesso.

domenica, gennaio 28, 2007

Fine

Ah ... Gennaio sta per finire ... fuori uno e il 2007 già avanza veloce.

Siete curiosi?

Lo so lo so. Siete curiosi di sapere cosa alla fine abbia deciso di leggere. Beh niente di quello che avevo annunciato. Li ho rimandati a dopo la lettura di quest'altro libro, che ho riscoperto per caso tra tutti i libri ricordandomi così di averlo comprato. Comprato sempre per la copertina e per la dicitura che riportava: "una travolgente storia d'amore nella Parigi dell'Ottocento". L'ho inziato e vi anticipo che è la storia della passione tra il pittore Manet e la pittrice Morisot alla quale lui ha dipinto il ritratto. Che è poi la copertina.
L'autrice si chiama Brunella Schisa, ma a dire il vero ho qualche difficoltà nella lettura, ho delle perplessità che però vi farò sapere a fine lettura. Una cosa ve la anticipo: in realtà il libro sembra non partire mai...
Vedremo se mi deluderà o no. Non sempre si possono fare giusti acquisti a scatola chiusa.
A volte certo si possono sbagliare anche a scatola aperta. Vedrò.

giovedì, gennaio 25, 2007

Jack Vettriano

Sono indecisa quale per primo farvi vedere. Le opere di Jack Vettriano (del qale so poco o niente, ma lo reputo un genio) mi trasmettono delle vibrazioni e delle emozioni sensazionali. Sono talmente veritiere da sembrare delle fotografie. Vediamo come possiamo inziare. Beh cercando in internet ho scoperto che questa, che è una delle copertine dei libri di Carofiglio è un'opera di Vettriano e sarebbe questa.

Poi ho scoperto che l'ultimo libro di Carofiglio, che mi aveva proprio attirato per la copertina, ha sempre una raffigurazione di Vettriano.

Allora se ho comprato il libro per la sua copertina vuol proprio dire che le opere di Vettriano mi entrano nel sangue. Vi mostro opera e copertina.


Non sembra una fotografia?

Mi chiedo come faccia. Vorrei avere anche solo la metà della mano che ha lui per raffigurare quello che vede e quello che prova in questo modo così preciso e perfetto.

La trasmissione di quello che ha dentro o di quello che vede e che prova, a mio avviso, è talmente preciso da essere la realtà.
La realtà è nelle sue opere chiara e limpida. Le sue sensazioni sono espresse in maniera molto chiara.
Ha realizzato anche opere molto intriganti, sensuali, erotiche. Ma con una delicatezza nella loro essenza, nonostante a volte il soggetto sembri spinto un po' oltre. Eppure sono godibili, sono opere che si lasciano guardare e anche possedere, immagini semplici alla fine ma estremamente comunicative. Queste ve le lascio a qualche altro post e magari ci metto la mia ispirazione in merito, cioè quello che provo quando le osservo. Per ora ve l'ho fatto conoscere se non lo conoscevate. Ammirare se già ne sapevate qualcosa.

martedì, gennaio 23, 2007

Dimmi com'è il mare

Scrivimi e dimmi ... com'è il mare stasera con la finestrella aperta? e' così romantico pensare a una stanza con librerie in legno scuro, in cima a una torre da dove sembra si possa dominare il mondo, poca luce all'interno, e quella speciale aria di mare che lambisce e rinfresca. Mi piace, mi ispira, mi trasmette tranquillità, pace. Immagino un mare calmo, come una tavola piatta, con i raggi della luna che ne illuminano una parte. Il resto è nero, buio e terribilmente affascinante.

SE...

SE (LE VIBRAZIONI)

Se...se chiudo gli occhi e penso a te
è come volare sugli alberi
sapendo che più in alto andrò
più bello sarà raggiungerti.
Raggiungerti nei sogni miei
e anche in tutti quelli tuoi,
dove potrò rincorrerti
in ampi spazi senza pericoli.

Perdonami mio amore ma la storia è semplice,
basterebbe improvvisare un ritorno all’origine.
Le gioie del mio cuore si infrangono così,
come onde di dolore spesso poi mi risucchiano.

Ma se...se canto oggi c’è un perché
perché vorrei che fossi qui,
che fossi quì accanto a me
in questa notte così piccola.
La notte è stretta su di me
che non mi basta mai perché
vorrei nutrirmi sempre più
dei tuoi sussurri come musica.

Perdonami mio amore ma la storia è semplice,
basterebbe improvvisare un ritorno all’origine.
Le gioie del mio cuore si infrangono così,
come onde di dolore spesso poi mi risucchiano.

Se...se tutto il giorno penso a te
e non è il tempo a dire che
fa sempre male stare qui
a scrivere spiegandomi,
spiegandomi perché c’è in me
una condanna a forma di spirale a vortice che fa
della mia vita sempre e solo un “se”.

lunedì, gennaio 22, 2007

Il Faro

Questo è un po' particolare. Non sta affatto in mezzo al mare e non guarda neanche verso il mare. No è sul cucuzzolo di un colle, e guarda verso una città. Il colle è il Gianicolo e la città che si estende davanti non è proprio piccolina, è Roma.
E' un simbolo per la città, dagli altri colli lo si vede e ci si orienta "là è il Gianicolo", alle spalle ci trovi il Cupolone di San Pietro.

Gianicolo è ancora una bella macchia di verde, giardini sereni, non troppo curati ahimè. Poco controllo.
Ma che ci vogliamo fare.

Lui, il faro è là, da sempre che controlla eventi e mutamenti di questa grande città. Ma di lui non trovo storia, mi dovrò impegnare a cercare notizie...mi aiutate???

Vi presento i nuovi due

Comprato stamattina freschi freschi alla libreria Feltrinelli di Largo di Torre Argentina (Roma naturalmente).
Il primo qui accanto è "Gli amanti" di Susana Fortes Ed. Neri Pozza. Romanzo finalista del Premio Planeta 2003 he ha segnalato all'attenzione della critica e del pubblico spagnoli il talento di Susana Fortes. Staremo a vedere. Mi intrigava la copertina (come ormai mi succede per la maggior parte dei miei acquisti librari, prima la copertina poi l'interno e via il libro generalmente viene a casa con me) e così letti alcuni spunti me lo son portato via.



Il secondo lo cercavo.
E' il libro di lettere e poesie tra la poetessa Sibilla Aleramo e l'amato poeta Dino Campana.
Ho comprato anche "Una donna" sempre della Aleramo, li leggerò, spero di poterci ritrovare l'atmosfera del film di Michele Placido, ma credo di si, in fondo le letture erano proprio di quelle lettere e di quelle poesie.

sabato, gennaio 20, 2007

Vi informo che...

...ho iniziato questo, cioè "L'Alibi" Di Daphne Du Maurier. E' un libro diviso in due racconti. Il primo è già finito. Siamo alle prime pagine del secondo.

Ma non ho intenzione di parlarne adesso, se ne riparlerà quando lo avrò terminato tutto e non credo che ci metterò molto a finirlo, perchè è piuttosto piccolino. Ci vuole solo di riuscire a ritagliare un po' di tempo per leggere con calma e attenzione.

venerdì, gennaio 19, 2007

Finito anche questo

La "Puttana del Tedesco" di Giovanni d'Alessandro ed. Rizzoli romanzo

Finito già da qualche giorno. Mi è piaciuto moltissimo. E' un libro semplice forse anche banale, ma non in modo negativo. Alla fin fine è banale la storia, perchè è una romantica storia d'amore, ma è il contesto che la complica e ne cambia l'aspetto. E' ambientato nel 1943, a Sulmona, quando la Wermarcht occupa il nostro territorio e i soldati tedeschi la fanno un po' da padroni ovunque. In realtà ha inizio ai giorni nostri quando un'allegra ottantenne rischia di morire perchè si spinge troppo in là verso la montagna per cercare gli òrapi, verdura che mangiava in tempo di guerra. Da qui comincia il racconto della sua vita da quando giovane sposa era arrivata dai monti alla cittadina di Sulmona. Ha due figli ma il marito (più adulto di lei) muore a causa di una grave malattia. Ada (questo il nome della protagonista) rimane sola, senza lavoro aiutata a malapena dai due suoceri. Ma imperversa la guerra e la vita si complica terribilmente. Ada è costretta a inventarsi lavoro e vita. Ma la vedovanza la fa "sopravvivere" e non vivere, sente profondamente l'assenza dell'amore del proprio marito. Ma sarà proprio un giovane soldato austriaco ad aprire una breccia nel suo cuore e il loro sarà un amore che vivrà grandi ostacoli per vivere tutta una vita. Questo amore è ovviamente malvisto dalla gente che la conosce a Sulmona e finisce sulla bocca di tutti come la "puttana del tedesco", soprattutto perchè aveva ormai simpatizzato con il nemico. L'atteggiamento dei compaesani le porterà innumerevoli difficoltà, come se la guerra, i bombardamenti e l'arrivo delle più feroci SS, non bastasse. Ma l'amore vincerà, finita la guerra l'austriaco tornerà in abiti civili per sposarla. E via una bella vita fatta di soddisfazioni, figli e nipoti. Un certo lieto fine dietro a tutto, per questo amo definirlo un libro semplice, che si perde forse un po' nel finale che sembra forzato e ovviamente rapido, non ha gli stessi tempi lenti e cadenzati del periodo fulcro del libro. Il bello in assoluto quindi è il centro del libro, gli eventi laceranti della guerra, i bombardamenti, i feriti e i morti. Quelle immagini che alla fine siamo abituati a vedere in televisione in tutti i documentari. In mezzo a tutto c'è la vita di una donna che alla fine si scopre molto più forte di quanto non pensasse e che deve e può fare affidamento solo sulle proprie forze.
E' qui il libro, tutta la sua forza e l'interesse che suscita. Può piacere a chi, come me, è amante delle storia della seconda guerra mondiale, in fondo la storia più vicina, quella che forse ho potuto vivere nei racconti di mia nonna.
La cosa particolare è che è scritto da un uomo che riesce a far trasparire tutta la sensibilità femminile, di una donna in difficoltà, con pregi e difetti, con pensieri e desideri, amori e odi. Davvero una bella impresa per Giovanni d'Alessandro.

mercoledì, gennaio 17, 2007

I giorni dell'abbandono

Ecco un altro film che ho da poco visto. Un bella interpetazione di Margherita Buy e di Luca Zingaretti. Anche qui il film è al femminile, incentrato sul personaggio di Olga (M.Buy) che all'improvviso perde il suo più importante punto di riferimento, il marito Mario (L.Zingaretti). Mario si innamora di una sua studentessa diciottenne e a nulla valgono le recriminazioni della moglie abbandonata che comincia a sopravvivere più che vivere lasciandosi andare al destino "crudele" rischiando così anche la vita dei propri figli. Olga si annulla a tal punto da non "vedersi" e non vedere chi e cosa la circonda. Fino a che l'evento lacerante la colpisce e la costringe a cambiare il modo di vedere le cose. In parte l'aiuta il fatto doloroso, l'influenza del figlio che scambia per una cosa grave e la morte per avvelenamento del cane del marito (che era rimasto con lei). In realtà in questo cammino per ritrovare in un certo senso la vista e la vita, se stessa, l'aiuta il vicino di casa straniero, musicista, Damien (interpetato da un bravo Goran Bregovic che ovviamente ha curato anche la colonna sonora). Il suo è un personaggio dolcissimo e sensibilissimo, segretamente innamorato di Olga. L'aiuta nel momento di crisi, ma le loro strade ad un certo punto si dividono per incontrarsi di nuovo magicamente quando lei ha ripreso ormai in mano la propria vita. Lo rivede sul palco durante un suo concerto mentre suona intensamente un violoncello. A quel punto Olga si accorge di Damien e di tutto l'amore che lui aveva per lei e per il suo mondo.
Un film difficile, reale, cose che capitano praticamente ogni giorno, quindi forse perchè no, banale a dire il vero, ma considerato che è ben recitato e che ha una vena di dolcezza nel fondo da non perdere per chi ha l'animo sensibile, è un film che resta comunque piacevole da vedere. La colonna sonora è degna di merito, l'interpetazione di Bregovic lo è, perchè la riservatezza del suo personaggio è perfettamete resa, nonchè la sua dolcezza e nel finale l'amore per Olga si legge nei suoi gesti e nei suoi sguardi. Un uomo affascinante a dire il vero. Ha composto una musica perfetta che veste meravigliosamente ogni scena. Nulla da dire. A me il film è piaciuto molto.

Il film è tratto dal libro di Elena Ferrante "I giorni dell'abbandono" per l'appunto. Edizione e/o. La prima edizione costa un po' di più circa 14,00 euro. Dal sito della Feltrinelli sembra che la e/o stia per far uscire una seconda edizione ad un prezzo inferiore, intorno ai 9,50 euro.
Aspetto pazientemente per spendere un po' meno che arrivi la ristampa. Ne sto comprando talmente tanti di libri che posso aspettare un pochino di più.

domenica, gennaio 14, 2007

Un viaggio chiamato amore

Ho visto questo film. A scatola chiusa praticamente, fidandomi della eccezionale bravura di una attrice come Laura Morante. Una attrice che apprezzo moltissimo in tutte le sue interpetazioni, perchè ha la straordinaria capacità di fartici entrare dentro al personaggio al più piccolo sguardo. E' un'attrice molto capace e dotata, ma soprattutto la trovo spontanea, sempre che la spontaneità possa andare d'accordo con la professionalità. E' una donna che può affrontare qualunque tipo di parte e in questo film riesce a trasmettere tutti i forti sentimenti che la protagonista prova. Sibilla Aleramo, famosa poetessa del 900 italiano, incontra nella sua vita molto strampalata, il giovane Dino Campana, innamorandosene follemente. E questo scrive al proposito in una delle sue lettere a lui:

[Villa La Topaia, Borgo S. Lorenzo 9 agosto 1916]

Dino, provo qualcosa di tanto forte che non so come lo reggerò... Sei tu che mi squassi cosi? Che cosa m'hai messo nelle vene? E sempre ho negli occhi quella strada col sole, il primo mattino, le fonti dove m'hai fatto bere, la terra che si mescolava ai nostri baci, quell'abbraccio profondo della luce. Dove sei, che mi sento cosi strappata a me stessa? Mi chiami, o m'hai dimenticata? Oh ti voglio ti voglio, non ti lascerò ad altri, non sarò d'altri, per la mia vita ti voglio e per la mia morte, Dino, dopo questo non si può esser più nulla, oh, sapere che anche tu lo senti, che rantoli anche tu cosi...

Mi aspetti, dimmi, mi aspetti, vero? Saremo soli sulla terra. Bruceremo. Hai visto che siamo vergini, che qualcosa non ci fu mai strappato? Per noi. Più a fondo, più a fondo, ci mescoleremo allo spazio, prendimi, tiemmi, io non ti lascio, bruceremo.

Dimmi che mi manca cosi il respiro perché mi chiami, perché mi vuoi...


La storia è vera, Dino Campana e Sibilla Aleramo si incontrarono e si amarono davvero, ma lui era folle, una follia data dal genio che all'improvviso è conscio di essere incompreso, allontanato. Sibilla lo amò con la forza della disperazione, nonostante litigi furibondi senza capo nè coda in cui lui la picchiava. Tentò più volte di allontanarlo ma ad ogni ritorno di Campana, l'Aleramo cedeva. Questa è la "loro" poesia che Campana scrisse nel loro unico viaggio al mare dedicandola ovviamente a lei:

In un momento

In un momento

Sono sfiorite le rose

I petali caduti

Perché io non potevo dimenticare le rose

Le cercavamo insieme

Abbiamo trovato delle rose

Erano le sue rose erano le mie rose

Questo viaggio chiamavamo amore

Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose

Che brillavano un momento al sole del mattino

Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi

Le rose che non erano le nostre rose

Le mie rose le sue rose

P.S. E così dimenticammo le rose.

(per Sibilla Aleramo)


Stefano Accorsi impersona Dino Campana, bravo, riesce a mostrare la follia e lo struggersi dell'animo del poeta, ma a volte forse è un po' statico, gli sguardi sembrano sempre gli stessi nonostante la differenza dei casi. Ma il tutto alla fine è incentrato su lei, sulla Morante, che ha una forza recitativa non indifferente tanto appunto da catalizzare la scena e l'evento su di lei e sul suo personaggio.

La regia è di Michle Placido, su questo non so pronunciarmi, il film lo fa la storia reale e vera, lo fanno gli eventi accaduti realmente. Essendo tutto accaduto durante la prima guerra mondiale (fra il 1916 e il 1918) i colori sono sbiaditi, come per dare le tinte delle foto di quegli anni che magari ritroviamo in qualche cassettone di famiglia. Una tinta un po' seppia per non far sembrare il tutto fuori tempo. Alessandro Haber e il suo perfetto cameo chiudono il circolo di un film ben fatto, forse di nicchia, ma riuscito.

sabato, gennaio 13, 2007

Bruce Willis ed io...

Se per Luca Zingaretti farei follie per questo signore qui proprio non lo riesco neanche a immaginare cosa potrei fare a un solo suo sguardo. Svenire sarebbe il meno. 52 anni??? Ben portati, a mio avviso, è dire poco. Questa poi è una foto della sua campagna pubblicitaria per i "jewels" (gioielli) firmati Cesare Paciotti. Ho poche parole, perchè mentre scrivo ogni tanto mi soffermo a guardare quegli occhi piccoli, verdi ben tagliati, dal fascino imperscrutabile, sexy come pochi, con lo sguardo sornione ma che "acchiappa" per la serie "ti faccio vedere io chi sono". E chi sei? Un sogno...da quando lo vidi su uno schermo la prima volta. Ripeto ho un'età che tanto tanto i ragazzini me li fa guardare poco...meglio maturi e perfettamente mantenuti. E come lui, secondo me, ce ne sono davvero pochi. Poi se mi guarda così, c'ho il cuore in gola e la sensazione di impazzire.

giovedì, gennaio 11, 2007

Luca Zingaretti















Ecco un uomo per il quale io potrei fare una follia. Non tanto il personaggio Montalbano, che ha comunque un fascino fuori tempo, quanto proprio l'uomo Luca Zingaretti. Sexy (lasciatemelo dire) affascinante forse più del suo personaggio principe, maturo sia per età che per atteggiamento, quel tipo d'uomo dal quale ci si sente attratte perchè ci si sente sicure, esperto, sicuramente rude ma secondo me terribilmente romantico. Lo si inquadra maggiormente però attraverso i suoi personaggi che sono sempre carichi di sentimento, e della sua eccezionale bravura di interpetazione. Ma lui come sarà dal vero? unchiuso, un timido o come? L'opposto magari, estroverso e con la battua pronta. Uhm, non credo se è un tradizionale scorpione. dovrebbe invece essere un taciturno e un tenebroso (e che bel tenebroso). Comunque sia per il mio immaginario è il massimo. Ha il fascino latino e italiano, quel tipo di uomo che mi giro per strada a guardare. Eh si capita qualche volta di farlo, perchè no. e per Luca Zingaretti io ci perderei proprio la testa. Non ci posso fare nulla, incarna in pieno tutto ciò che immagino in un uomo maturo. Anche io comincio ad avere una certa età per la quale il ragazzino non suscita alcun interesse.

mercoledì, gennaio 10, 2007

Torniamo un attimo indietro


Stavo in cucina alle prese con la mia insalata di mais. (poi magari ve la mostro con foto). C'era una pubblicità ma non interessa quale. Quello che volevo sottolineare è che quando si legge un libro incisivo, le sue immagini ci ritornano in mente anche nel momento più strano in cui certo non siamo nella predisposizione d'animo di pensare alla "scenografia" di un testo. Eppure mi sono tornate in mente immagini dal libro di Gianrico Carofiglio, l'unico che ho letto fin'ora: "Testimone inconsapevole" .
Si tratta di un libro così attuale in immagini, scenografia, fotografia che riescono a tornare. Ma quello che torna facilmente è l'atmosfera, le sensazioni del protagonista, il suo vissuto. Mi accompagna come se fosse stato il mio vissuto. Idee, sentimenti, emozioni, ciò che ha provato il protagonista, mi ritrovo a volte a riprovarle. Non ricordo certo le parole esatte, ma ritorna il concetto, l'accaduto, l'attimo, le sue idee, le cose che gli accadono, sensazioni ed emozioni per l'appunto. e mi sento pervasa, mi ci sento dentro. E' strano non mi è mai capitato, forse con i Montalbano di Camilleri, ma lì c'è anche una suggestione data dagli episodi televisivi, dove un grande Zingaretti da il volto ad un altro grande personaggio. Ma non è la stessa cosa, qui è diverso, perchè non ci sono immagini reali tratte da un film o telefilm. Ci sono immagini della fantasia che ha seguito riga per riga il racconto. Ma si rivela una scrittura così semplice ma incisiva da rimanerti dentro anche se non te ne accorgi e il più delle volte non ci pensi. ritorna e riaffiora, facendoti pensare a lui come a un qualcuno che ti vive accanto. Santi il suo profumo, senti la sua presenza. Carofiglio è così bravo che riesce a farti sembrare tutto vero, poco intrigato a dire il vero ma forse semplicemente più reale e vicino.
Amo molto ad esempio la scrittura di Lucarelli, un grande certo, ma così nel mio profondo a dire il vero lui non c'è arrivato. Amo moltissimo i suoi libri e la sua scrittura, ma mai mi sarei immaginata che uno scrittore riuscisse a toccare così le mie corde. E Carofiglio con questo libro ci è riuscito. E la voglia di cominciarne a legger un altro è grande. Anche se credo che l'effetto di questo primo libro sia difficile da verificare negli altri. Ma mi sento pronta ad essere smentita.

domenica, gennaio 07, 2007

Le mie bambine


Beh una delle mie bambine ve l'ho già fatta vedere in un altro post un po' di tempo fa. Oggi vi presento Aruen, la mia boxerina tanto malatina purtroppo. Ma tanto buona. Certo non va affato d'accordo con Tosca (il corso nero) ma in giardini separati (come effettivamene vivono, abbiamo diviso un giardino in due solo per loro) sono buonissime, non si "filano" proprio. E menomale, hanno tentato già di sbranarsi più volte. E pazienza.
Eccola comunque piccola di casa. Soffre di allergie topiche (di pelle, praticamente è allergica a tutto anche alla maggior parte del cibo di questo mondo) e purtroppo cosa più grave ma per fortuna molto sporadica soffre di attacchi epilettici, che però curiamo omeopaticamente e non con i barbiturici. Sembra stare meglio ma sta arrivando una sorta di "prima primavera" che la sta già mettendo a dura prova. Portiamo pazienza e proseguiamo. Se non altro la medicina omeopatica le ha salvato la vita, ormai con la medicina tradizionale non c'era più niente da fare, mi avevano proposto di sopprimerla e c'ero quasi ad aver preso la decisone. Povero amore, ma lei è tosta anche di carattere e per fortuna è ancora qui.

A proposito di Ascanio Celestini

Nasce a Roma (credo!!!) nel 1972 (toh! siamo coetanei). E' riconosciuto come uno dei più giovani e importanti interpreti del cosiddetto "filone della memoria". Libro come Radio Clandestina e Storie di uno scemo di guerra sono gli esempi più diretti di questo riconoscimento. Da questi testi Celestini trae i suoi spettacoli, monologhi incentrati appunto sulla memoria storica di voci dalla seconda guerra mondiale. Ho letto Storie di uno scemo di guerra e l'ho trovato carismatico, affascinante perchè carico di tutta la storia che ha lasciato il giorno del bombardamento del quartiere San Lorenzo a Roma (19 luglio 1943). Una storia che è come se l'avessi vissuta da vicino grazie ai racconti giornalieri che mia nonna mi ha fatto per circa vent'anni passati insieme a strettissimo contatto. Mi affascinava sentirla parlare e il momento topico, più difficile per lei, ma più affascinante per me era il racconto sulla giornata dell'8 settembre quano intorno a mezzogiorno Frascati venne bombardata senza alcun ritegno dai caccia inglesi. sembra volessero colpire i tedeschi Kesserling era il comandante) che avevano il comando forse a Villa Aldobrandini. Le cucine del fronte tedesco erano nella villa dove mia nonna si trovava come sfollata (dopo il bombardamento ove perse la casa ma fortunatamente non la famiglia), quella che poi sarebbe della mia famiglia visto che nonna venne chiesta in moglie dal figlio del proprietario dopo la guerra e dopo aver ricevuto la notizia ufficiale della morte del suo fidanzato sul fronte del Don in Russia.

Trovo quindi molto intressante il lavoro svolto da Celestini, proprio perchè subisco molto il fascino delle storie relative a quel periodo. Mi piace seguire i documentari, leggere testi e romanzi con queste ambientazioni.

Comunque, Ascanio Celestini sarà a Roma dal 6 marzo al 1° aprile al Teatro Ambra Jovinelli con quattro spettacoli, tra cui proprio Storie di uno scemo di guerra, insieme a fabbrica, La pecora nera e Appunti per un film sulla lotta di classe. Non avendo mai potuto seguire un suo spettacolo da vicino (mi piacerebbe molto anche Radio Clandestina sulla bomba di Via rasella e l'eccidio delle Fosse Ardeatine) credo che cercherò in ogni modo di vedere almeno Storie di uno scemo di guerra per rendere così più completa la mia conoscenza in merito dopo la lettura, tanto apprezzata, del libro. E poi mi è capitato di conoscerlo. A quanto pare frequentiamo lo stesso supermercato e me lo sono trovato vicino in cassa. Così l'ho fermato. E' una persona timida, forse un po' impacciata e si capisce che forse "la celebrità" non è il suo forte, ma è molto educato e gentile e mi ha invitato appunto a seguirlo in questa "turnè" tutta romana. E così farò. O almeno cercherò di fare visti gli impegni di lavoro.

Questo l'indirizzo per ulteriori imformazioni in merito: www.ambrajovinelli.com

sabato, gennaio 06, 2007

Finito il primo libro dei miei propositi


E' il 6 gennaio 2007, buona Befana a tutti. Quasi il 7 ormai...

Dal 4 gennaio al 6 gennaio sono riuscita a finire in maniera più che convinta

"Colazione da Tiffany" di Truman Capote.

Bello ma trovo il film estremamente più affascinante e romantico. Non per niente la regia è di Blake Edwards e ci sono attori davvero di tutto rilievo e rispetto, Audrey Hepburn e George Peppard.
Libro e film di base sono estremamente tristi e malinconici, ma l'interpretazione soprattutto della Hepburn lo rende un film indimenticabile e prezioso per tutta la cinematogrfia mondiale. Mi sento di chiedere "chi non lo conosce?" "chi non lo ha visto almeno una volta?" "Chi non lo ha amato anche solo un attimo?"
Comunque il libro è bello, scorrevole, una scrittura senza nulla di particolare, forse latrettanto romatica, ma semplice, qualche frase ad effetto, ma niente di più. Ripeto trovo il film sicuramente molto più esauriente. Una cosa è da notare, il libro è ambientato in tempo di guerra, il film verso la fine degli anni '50. Una differenza importante perchè cambia molte cose nello scenario dell'uno rispetto all'altro. Ma a me il perchè è sconosciuto, bisognerebbe chiderelo al regista (cosa che non è certo più possibile), ma si può tentare di documentarsi.

Ah il prossimo? Ascanio Celestini adesso con questo nuovo libro non è nelle mie corde. E allora che fare? Daphne du Maurier sembra in pole position a c'è una new entry e cioè: "La puttana del tedesco". Un libro di Giovanni d'Alessandro ambientato in Abruzzo durante la seconda guerra mondiale. L'interno copertina racconta brevemente di una vedova che incotra un giovane tedesco e se ne innamora ma non è ben vista dalla gente del suo paese, e viene definita appunto "la puttana del tedesco". Quello che mi ha colpito è l'ambientazione, amo i libri con storie in tempo di guerra, soprattutto se la seconda.



Ad esempio un altro libro molto bello che ho letto da poco è "un'estate a Cabrera" (Pedro Zarraluki) ambientato però in Spagna durante la guerra civile, siamo negli anni '40, a Cabrera appunto ed è la storia di una persone esiliate e ricercate. La loro rinascita rispetto al mondo che le ha confinate, i loro nuovi rapporti con la gente del posto.

Questa la descrizione presa dalla scheda Feltrinelli:
"È l'estate del 1940 a Cabrera, una piccola isola spagnola nei pressi di Maiorca, e la guerra civile appena finita non sembra aver turbato più di tanto la vita sull'isola. In realtà tutti, a Cabrera, sono dei prigionieri, chi nell'anima, chi nel corpo. C'è chi vive un esilio doloroso, chi sfugge a un nemico, chi vive una vita davvero complicata e chi, come Benito Buroy, deve compiere un terribile atto per riscattarsi: uccidere Markus Vogel, l'eremita tedesco, una spia marchiata dall'accusa di fare il doppio gioco. Romanzo sull'esilio e, insieme, ode all'energia con la quale si pone riparo ai misfatti della storia."

Beh c'è da leggere anche per voi e questo libro lo consiglio proprio. E' realizzato in modo particolare, storie che si intrecciano nelle pagine e c'è la possibilità all'inizio di perdersi fra i tanti e pittoreschi personaggi ma poi questi stessi si ritrovano tutti sull'isola e a quel punto la scrittura è più chiara, amalgamata, sicura.
Buona lettura se vi va di seguirmi.

giovedì, gennaio 04, 2007

E ora il prossimo

Più che prossimo direi i prossimi. Ma solo per il semplice fatto che li ho già inziati tutti e due ma non sono riuscita a terminarli. Colazione da Tiffany forse perchè so a memoria il film e siccome mi sembra molto aderente al testo alla fine è come se l'avessi letto già. Diventa troppo ripetitivo. Mah vedrò e vi saprò dire.
Per quanto riguarda Ascanio Celestini (di cui ho intenzione di parlare in seguito in un post tutto per lui) il testo mi è risultato un po' ostico, forse per il linguaggio, forse proprio per il tema trattato. Ma ne ho lette poche pagine. Non riesco davvero ad andare avanti a quelle che ho già intrapreso. Eppure il suo Storie di uno scemo di guerra mi è piaciuto tanto. Ma di questo parlerò più avanti.

Ci sarebbe poi la forte curiosità di leggere questo libro: L'alibi di Daphne du
Maurier. Si tratta di un libro, edito come si nota da Sellerio, diviso in due racconti. Ma la ntura precisa non la so ancora ben distinguere. Si tratta di gialli?: La du Maurier è famosa (almeno per me) per aver scrito il libro "Rebecca la prima moglie" portato alla ribalta dal grande Alfred Hitchcock e magistralmente interpretato dal grande Sir Lorence Olivier e una splendida e giovanissima Joan Fontaine (sorella della più famosa Olivia de Havilland - Via col vento, Piano piano dolce Carlotta, Airport 77 ecc.). La Fontaine (alias Joan de Beauvoir de Havilland) è famosa per gli amanti del giallo nel film sempre di Hitchcock il Sospetto con un giovane e affascinante Cary Grant.

Questa è Olivia de Havilland. Una delle mie attrici preferite per i vecchi film americani.

Data e luogo di nascita: 1 Luglio 1916, Tokyo, Giappone



E questa è Joan Fontaine sempre giovanissima e bellissima. Amo molto la sua recitazione, soprattutto per i film in bianco e nero.

Data e luogo di nascita: 22 Ottobre 1917, Tokyo, Giappone

Si somigliano moltissimo anche nella recitazione. In molte delle loro espressioni si vede la familiarità.

Ecco si imparano tante cose. Proprio non sapevo i luoghi e le date di nascita. Incredibili che belle Giapponesi eh......:-)

Comunque mi rimane il dubbio su come proseguire le mie letture. Tra gli altri c'è anche Rebecca la prima moglie, ma il film lo so assolutamente a memoria, in tutte le sue battute, scene ed eventi. Non so se riuscirei davvero a leggerlo. Dovrebbe trattarsi di una scrittura davvero travolgente da parte della du Maurier. Beh staremo a vedere che ne esce fuori.

L'amante di Marguerite Duras

Finito. Molto bello. Molto particolare.
Particolare soprattutto nella scrittura, molto ritmata direi. Dialoghi riportati da una voce narrante (che è quella della protagonista) in una succesione rapida tra parole e spiegazione. Una storia difficile, di una vita molto dolorosa, in una famiglia dove i sentimenti non vengono fuori se non nella maniera più morbosa e sbagliata, una vita dove non si vivono mai nel modo più adatto le esperienze e i sentimenti. La protagonista è una quindicenne, è uno spirito libero, lasciato libero, forse solo in apparenza. E' la storia di un amore lacerante e profondo, vissuto forse più dall'amante cinese che sa amaramente di non poterla avere accanto per tutta la vita. E' l'amante di Cholen (così è definito nel libro, non ha un nome) colui che tra i due vive più profondamente il sentimento e la passione che lo travolge fino al pianto alla disperazione. Sente di non poter vivere senza l'oggetto di quella passione ma sa anche che si tratta di un amore impossibile e osteggiato e che lei stessa desidererà la fine di tutto ad un certo punto. Rassegnato la lascerà andare. Ognuno costruirà la propria vita, ma lui l'amerà per sempre nonostante tutto.


"...a un tratto ha uno sguardo alterato, falso, intrappolato nel male, nella morte.
Gli dico di avvicinarsi, di ricominciare a prendermi. Si avvicina. Sa di tabacco inglese, di profumo di lusso, di miele, la pelle ormai ha preso l'odore della seta, l'odore fruttato del tussor di seta, l'odore dell'oro. Lo desidero. Gli dico il desiderio che ho di lui. Aspetta, dice. Mi parla, dice di aver capito subito che sarei stata così dopo aver fatto l'amore, che avrei amato amare, dice di saper già che lo ingannerò, che ingannerò tutti gli uomini che avrò e che lui è stato lo strumento della propria infelicità. Sono contenta di quanto mi annuncia e glielo dico. Diventa violento, un sentimento disperato lo scuote, mi si getta addosso, morde i seni di bambina, grida, insulta. Chiudo gli occhi per l'intensità del piacere. Penso: è abituato, non fa altro nella vita, fa solo l'amore, solo questo. Le mani sono abili, meravigliose, perfette. Sono fortunata, evidentemente, è come se per lui fosse un mestiere; senza saperlo sa con esattezza che cosa deve fare, dire.

...

Anni e anni dopo la guerra, dopo i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi con la moglie. Le aveva telefonato. Sono io. Lei l'aveva riconosciuto dalla voce. Le aveva detto: volevo solo sentire la tua voce...e poi sembrava che non avesse altro da dire. Ma poi glielo aveva detto. Le aveva detto che era come prima, che l'amava ancora, che non avrebbe mai potuto smettere di amarla, che l'avrebbe amata fino alla morte."

martedì, gennaio 02, 2007

2 Gennaio 2007

E siamo già al due gennaio. AUGURI A TUTTI.....
Ci siamo appena lasciati alle spalle uno strano 2006, o forse un anno come tanti altri. Ma di cose ne sono avvenute (come sempre poi) dal primo all'ultimo giorno.
E comunque a parte questo, benvenuti nel 2007, che sia foriero di belle novità per tutti, di lavoro, di serenità e di tutto ciò che desideriamo di più bello.
AUGURI di BUON ANNO.
Evviva il 2007