lunedì, maggio 30, 2011

Nessun segno sulla neve



Libro particolare. Si tratta di un lungo racconto in prima persona. Un giallo segnato dalla storia vera e vissuta della contestazione studentesca del '68. Era difficile essere studenti in quel periodo e soprattutto era difficile rimanere impassibili senza schierarsi di fronte agli eventi e al vento di cambiamento; cambiamento a volte troppo violento per essere sostenuto, riconosciuto, vissuto e portato dentro in quello che è stato il futuro di quegli studenti. Un liceo classico di Roma (strano tra le righe per me, riconoscere lo stesso liceo che miei studi tanti anni dopo), la feroce contestazione, i gruppi politicizzati (destra, sinistra) i comitati, gli assembramenti, le risse, gli omicidi politici. Ma in tutto questo i personaggi principali vivono ore difficili e concitate che segneranno per sempre le loro esistenze future. Ma il personaggio principale a suo modo subisce gli eventi, i suoi sentimenti e subisce le forti personalità di chi lo circonda. Questo non gioca a suo favore e non lo farà crescere e maturare, piuttosto lo renderà sempre piuttosto disattento e ingenuo. Figli di famiglie troppo chiuse o già scardinate dalla vita, contestano il sistema e la famiglia stessa con quella educazione chiusa che non segue il vento di cambiamento. ma l'interiore rabbia del '68, in questo racconto creerà un mostro ben più grande che si paleserà con tutto il suo odio e la sua più estrema e premeditata ferocia. Tutta la storia è attraversata da un omicidio ma tra le righe si nascondono anche altri delitti più o meno aberranti e biechi.
C'è un finale del tutto a sorpresa dopo alcune pagine che danno una netta pausa che quasi non lo fa sembrare più un giallo. Il finale lo farà diventare un thriller spiegando il centro del racconto ma a mio modo di vedere, data la fantasia e la voglia di scrivere dell'Alibrandi, è un finale aperto che potrebbe anche voler avere un seguito e perchè no, aprire a un nuovo filone investigativo. Lettura piacevole e accattivante proprio per le sue variazioni sul tema.

sabato, maggio 14, 2011

CLUB di Bill James



CLUB di Bill James
Ed. Sellerio

Seguito di "Confessione", vede gli stessi personaggi principali del precedente romanzo alle prese con nuovi intrighi, nuovi delitti e nuovi filoni di delinquenza. Chi sembrava in ombra o secondario in "Confessione", ora diventa protagonista. Il personaggio del barista, Ralphy ad esempio diventa il nuovo centro della storia.
nel romanzo ci sono due storie in una che sembrano correre parallele ma che in realtà hano solo un collegamento apparente. Infatti il primo delitto su cui si indaga passa addirittura in totale secondo piano e la sua risoluzione è solo una apparente congettura, il colpevole è solo una supposizione. James sembra essere meno ironico qui rispetto al primo romanzo, sembra più concentrato a proiettare la storia verso un decollo a vite socialmente nuove, fatte di nuove prese di potere. Ma alla fine niente di tutto questo, il male non decolla mai, anzi James lo fa proseguire e crescere fino a fargli fare una nuova brisca e totale frenata verso il nulla di fatto.
Stavolta toglie alla storia quell'aria un po' particolare da gangster degli anni 40, da famiglia "mafiosa" alla Al Capone, che gestisce il potere con la spartizione delle zone e il rispetto delle parti. "Confessione" benchè ambientato, come questo, in Inghilterra, manteneva quasi un'aria americana, una sceneggiatura un po da NY appunto anni 40. E' un libro che si fa leggere, ma che alla fine lascia poco; tante, a volte troppe, parole per esprimere concetti semplici, come a voler per forza rimarcare qualcosa, un pensiero, un evento, quando non serve. Questo il suo difetto, potrebbe essere composto da molte meno pagine o essere allora caratterizzato da idee più sciolte e più intriganti. Lascia la porta aperta, ovviamente, a un nuovo seguito.

mercoledì, maggio 04, 2011

Odore di chiuso - Marco Malvaldi



Quarto libro di questo interessantissimo autore. La storia si dipana all'interno di un castello e siamo nell'800. Una gestione baronaledel "feudo" e della famiglia che perl ormai nel racconto risulta una mentaltà fuoritempo.
Un'oasi all'interno della quale all'improvviso entra il contemporaneo per "svegliare" tutti da una sorta di incantesimo. Un omicidio. Assurdo per questa famiglia per cui onore e rispettabilità sono i fondamentali della vita e lo specchio della loro reputazione. La storia si riempie e arricchisce di personaggi particolari e il lato gastronomico è quello che mette un pizzico di allegria e movimento al tutto con il personaggio di Pellegrino Artusi. Vari eventi si succederanno fino a che la "polizia" grazie anche ad originali interventi dell'Artusi, troverà il bandolo della matassa risolvendo il problema, che poi non sembrerà così assurdo.
Scanzonato e ironico alla malvaldi, questo testo però non eguaglia, a mio modo di vedere, i suoi tre predecessori, sembrando più che altro un primo esercizio di stile dell'autore.

domenica, maggio 01, 2011

Beato Giovanni Paolo II Papa



Oggi sei stato acclamato "BEATO". Come poter essere indifferente dopo che mi hai cresciuto. Il tuo insegnamento mi sia sempre presente per poterlo donare agli altri. Riaprirò il mio cuore perchè da oggi tu mi hai fatto sentire che ci sei e ti fai sentire presente.

Il tuo sorriso vero è la speranza di ognuno di noi. E' la mia speranza ed è il segno tangibile che la vita è bella e va vissuta con forza e coraggio.

Felice di aver vissuto il tuo e il mio tempo insieme
Grazie Karol. Grazie padre di tutti noi