sabato, dicembre 08, 2007

Moscato d'Asti

Questo è un grappolo di uva "moscato" per la precisione il moscato bianco o "ASTI". Siamo in Piemonte dove da questo grappolo viene prodotto il vino dolce "moscato d'Asti" in versione spumante o in versione "tappo raso". Frizzantino di bassa gradazione alcolica, ha profumi fruttati e floreali dalla pesca fino alla salvia. Ma è tutto fresco al naso, delicato. Con una buona spalla acida che lo rende "fresco" al palato, a volte può essere più o meno dolce, a seconda anche della scelta del produttore.

Questa è la mia "recensione" della degustazione che si è tenuta in AIS Roma (Associazione Italiana Sommelier Roma) la scorsa settimana, a Parco dei Principi (Villa Borghese).
Oggi, Lunedì 3 dicembre, al Parco dei Principi, nella Sede AIS Roma, si è svolta una interessante degustazione in collaborazione con "Produttori Moscato d'Asti Associati". Spiccavano importanti etichette come la Spinetta e la Caudrina, Marchesi di Barolo, Dante Rivetti e Terre Davino. Ovvio, ne ho assaggiati solo una minima parte, anche perchè è dolce il Moscato e quindi è più facile che la bocca si stanchi. In abbinamento formaggi del piemonte e torroni con le nocciole piemontesi e panettone. Ma da questa degustazione traggo spunti interessanti. Il primo: è facile farlo male che sia spumantizzato (anche a tappo raso) sia che sia passito (ho beccato sentori di tappo e di legno un po' antipatico, anzi sgradevole). Secondo: qualche piccolo produttore lavora con cognizione di causa e realizza prodotti giovani interessanti e da studiare e capire. Quello che mi ha stupito è stato trovare alcune delle colonne AIS (cioè quelli che non se ne perdono manco una di degustazione) completamente a secco di Moscato e li ho trovati a dire "Quello mi è proprio piaciuto" di vini a mio parere difettosi, solo perchè i loro nasi ricercavano il particolare, non tenendo in conto che il profumo del Moscato è semplice, pulito, fresco floreale e niente più. Una forzatura in legno non è possibile ne fattibile ne auspicabile. Insomma visto che come al solito viene considerato il "vinello dolce" non se ne occupano (solo champagne grazie) ritrovandosi sprovvisti del più semplice bagaglio di esperienza olfattiva di cui si ha bisogno. Era inutile cercare dei sentori per forza, laddove ce n'erano il vino non mi convinceva. I Moscato è Moscato e se ben fatto forse alla fine è tutto molto simile (quasi uguale). Ci può essere una differenza al palato, fra la dolcezza più o meno accentuata, una buona spalla acida che lo renda fresco e meno pesante nell'assaggio. Le cantine più interessanti? Ghione, Marchesi di Barolo, Cantina Sociale Vallebelbo. Gianni Doglia, Cascina Galletto (oltre ai già menzionati Spinetta, Caudrina e Terredavino). La bottiglia più elegante? Zagara dei Marchesi di Barolo, con il designed realizzato da Giugiaro. L'ho trovata sfiziosa. Mi hanno detto che così realizzano anche il Brachetto (tappo raso). Mi ha davvero interessata. Il Moscato era fresco, leggero e delicato, non stucchevole, quasi quel sentore di fiori di zagara c'era e come....
Livia

1 commento:

Anonimo ha detto...

complimenti