giovedì, marzo 17, 2011

Storia VERA di italiani VERI in 150 di Unità d'Italia



L'aver avuto in casa un nonno o una nonna che han passato la guerra è un grandissimo bagaglio di storia personale che non va dimenticato anzi va custodito finchè possibile. Mia nonna era una delle "belle" del paese di Frascati, rimasero senza la casa (perchè pericolante) dopo il bombardamento aereo dell'8 settembre del 1943 quando il paese venne raso al suolo da inglesi e americani esattamente all'ora di pranzo (quando le famiglie erano in casa per il pranzo); pensavano di prendere il comando di Kesserling a Villa Aldobrandini ma loro erano scappati nella notte. Mia nonna (orfana di padre per la 1 guerra) uscì dal rifugio con il fratello piccolo la mamma e la nonna paralizzata e tra le macerie e i corpi si portarono in salvo. Da sfollati furono mandati come "abitanti custodi" in una villa di benestanti romani affinchè non fosse presa dai tedeschi. In questa villa mia nonna conobbe mio nonno che chiese la sua mano solo dopo la notizia ufficiale della morte del suo fidanzato sul fronte del Don in Russia. Ma la villa era stata presa in parte dai tedeschi e la parte bassa era stata adibita come cucina per il fronte. Il primo cuoco si innamorò di lei in maniera molto discreta e con estremo rispetto. Si preoccupava che la famigliola avesse da mangiare carne tutti i giorni esattamente come i militari tedeschi. Ma poi me ne raccontava di infinite, di quando aveva nascosto un militare russo rischiando di venire fucilata; suo fratello (poiché figlio di madre vedova non poteva essere chiamato al fronte e potè comunque studiare grazie ai padri scolopi (mi pare). E tante tante tantissime altre cose che amava raccontarmi tutti i giorni al mio ritorno dalla scuola. Per vent’anni ho vissuto anima e cuore la quotidianità di chi ha difeso il proprio credo, la propria terra.

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