mercoledì, febbraio 14, 2007

Inizio di racconto

Mi è venuto così tra gli scaffali di una bella libreria, seguendo il filo di una leggera angoscia che non aveva poi un motivo. Ma a sfogliare titoli e pagine piano piano è nata una idea e così ho comprato una moleskine e ho messo giù le righe di questa idea. Mi piacerebbe proseguirla, non ha una fine anche se ha un principio. Gliela troverò magari nel tempo con calma. Piano piano.

C'era rimasta male. Sentiva un peso sullo stomaco che la attanagliava, una malinconia che le portava solo cattivo umore. Era stata presa in giro a tutti gli effetti e ci era semplicemente caduta come una scema. Eppure aveva già un'età per la quale l'ingenuità dovebbe essere una cosa superata. Ma ci ricadeva perchè era un animo sensibile e cercava sempre di vedere il bello nella vita e nelle persone che incontrava. La cosa che più le stonava stava nel fatto che le cose non combaciavano. Marco le aveva dato il numero del cellulare, l'aveva coccolata, a distanza certo, ma in molti modi. Le piaceva ormai sentirsi chiamare "tesò". Beh, sentirsi è un parolone, le piaceva leggerlo più che altro. Marco lo aveva incontrato in una chat. Maledetto computer ci era ricaduta anche con lui, e siccome era sempre se stessa, in troppi se ne approfittavano. Aveva comunque imparato a mettere paletti, non apriva porta e cuore proprio a tutti. Cercava di capire dai discorsi, dalle domande e risposte, chi fosse più affine al suo modo di essere e vivere, alla sua sensibilità. E quel ragazzo le era entrato nel sangue con la velocità di una gazzella, con la furbizia di una volpe, con la galanteria di un adulto ma con i modi da ragazzino della sua età.

Marco aveva vent'anni da fare, sembrava volesse crescere in fretta, bruciare le tappe e fare le esperienze da uomo, ma aveva l'energia travolgente e passionale della sua generazione, che vuole godere di tutto ciò che la circonda.
Ma per ben due volte si era fatta raggirare dai suoi modi così delicati e dalla sua galanteria cavalleresca, dalle sue allusioni ad una occasione da non sciupare, dalla sua devozione a quella figura più adulta che lo aveva colpito. O almeno così diceva, anzi così scriveva.
Promesse e desideri, Marco le aveva detto di essere in ansia e di non aspettare altro che quella passeggiata insieme, solo per guardarla negli occhi, solo per parlarci davvero, dal vivo, per capire se davvero le piaceva così tanto. "Mi stai in testa" le scriveva con quel gergo dei giovani del 2000. E le esprimeva le sue paure perchè non poteva e non doveva lasciarsi andare, lei in fondo era sposata. Più volte le aveva scritto "t'avessi incontrato prima" e la sera prima di quell'incontro le aveva espresso la paura di perdere un'occasione frenando i propri desideri. "Piano piano capirai" le aveva scritto "ke questa è un'occasione". Ricordava minuziosamente le parole scritte da Marco, aveva chiara in mente la foto del sorriso splendido di quel ragazzo. L'aveva turbata, aveva sentito dentro un tumulto, qualcosa che forse non aveva più vissuto da tanto tempo. Quelle emozioni che a vent'anni ti tolgono il respiro, ti fanno camminare con la testa altrove, il cuore batte, non si prende sonno e si è smpre pieni di voglia di fare, ma non mangi.
"E' una follia" si ripeteva e lo sapeva bene che era così, che era esattamente una follia anche solo incontrarlo. Ma aveva ceduto, lo aveva fatto perchè quel ragazzo così pieno di vita, la faceva sentire viva e importante. Ci era caduta Non ci voleva credere che potesse prenderla in giro e gli aveva dato fiducia lo stesso.... (continua)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

non ti devi meravigliare: la natura umana è molto fragile, sottoposta alle "cadute"... Ciaoo

sam ha detto...

Una leggera angoscia. E' proprio questa la sensazione che trasmette il tuo racconto. Verrebbe voglia di mettere in guardia la protagonista, di impedirle di farsi del male. Ma si può solo aspettare la prosecuzione della storia. Spero che arrivi presto.

Livia ha detto...

Si, è vero. Ci sarebbe da dirle "cosa fai stai attenta", ma credo che se è adulta capirà da sola che è un errore. Lei sa che è una follia bella e buona...un seguito? Non è facile costruirlo, ma forse ci vuole anche un antefatto e una migliore contestualizzazione. C'è da lavorarci su per bene sarebbe male non perdere l'ispirazione.