sabato, gennaio 06, 2007

Finito il primo libro dei miei propositi


E' il 6 gennaio 2007, buona Befana a tutti. Quasi il 7 ormai...

Dal 4 gennaio al 6 gennaio sono riuscita a finire in maniera più che convinta

"Colazione da Tiffany" di Truman Capote.

Bello ma trovo il film estremamente più affascinante e romantico. Non per niente la regia è di Blake Edwards e ci sono attori davvero di tutto rilievo e rispetto, Audrey Hepburn e George Peppard.
Libro e film di base sono estremamente tristi e malinconici, ma l'interpretazione soprattutto della Hepburn lo rende un film indimenticabile e prezioso per tutta la cinematogrfia mondiale. Mi sento di chiedere "chi non lo conosce?" "chi non lo ha visto almeno una volta?" "Chi non lo ha amato anche solo un attimo?"
Comunque il libro è bello, scorrevole, una scrittura senza nulla di particolare, forse latrettanto romatica, ma semplice, qualche frase ad effetto, ma niente di più. Ripeto trovo il film sicuramente molto più esauriente. Una cosa è da notare, il libro è ambientato in tempo di guerra, il film verso la fine degli anni '50. Una differenza importante perchè cambia molte cose nello scenario dell'uno rispetto all'altro. Ma a me il perchè è sconosciuto, bisognerebbe chiderelo al regista (cosa che non è certo più possibile), ma si può tentare di documentarsi.

Ah il prossimo? Ascanio Celestini adesso con questo nuovo libro non è nelle mie corde. E allora che fare? Daphne du Maurier sembra in pole position a c'è una new entry e cioè: "La puttana del tedesco". Un libro di Giovanni d'Alessandro ambientato in Abruzzo durante la seconda guerra mondiale. L'interno copertina racconta brevemente di una vedova che incotra un giovane tedesco e se ne innamora ma non è ben vista dalla gente del suo paese, e viene definita appunto "la puttana del tedesco". Quello che mi ha colpito è l'ambientazione, amo i libri con storie in tempo di guerra, soprattutto se la seconda.



Ad esempio un altro libro molto bello che ho letto da poco è "un'estate a Cabrera" (Pedro Zarraluki) ambientato però in Spagna durante la guerra civile, siamo negli anni '40, a Cabrera appunto ed è la storia di una persone esiliate e ricercate. La loro rinascita rispetto al mondo che le ha confinate, i loro nuovi rapporti con la gente del posto.

Questa la descrizione presa dalla scheda Feltrinelli:
"È l'estate del 1940 a Cabrera, una piccola isola spagnola nei pressi di Maiorca, e la guerra civile appena finita non sembra aver turbato più di tanto la vita sull'isola. In realtà tutti, a Cabrera, sono dei prigionieri, chi nell'anima, chi nel corpo. C'è chi vive un esilio doloroso, chi sfugge a un nemico, chi vive una vita davvero complicata e chi, come Benito Buroy, deve compiere un terribile atto per riscattarsi: uccidere Markus Vogel, l'eremita tedesco, una spia marchiata dall'accusa di fare il doppio gioco. Romanzo sull'esilio e, insieme, ode all'energia con la quale si pone riparo ai misfatti della storia."

Beh c'è da leggere anche per voi e questo libro lo consiglio proprio. E' realizzato in modo particolare, storie che si intrecciano nelle pagine e c'è la possibilità all'inizio di perdersi fra i tanti e pittoreschi personaggi ma poi questi stessi si ritrovano tutti sull'isola e a quel punto la scrittura è più chiara, amalgamata, sicura.
Buona lettura se vi va di seguirmi.

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